Stress
Stress è una parola inglese che può essere tradotta come
"tensione". Vivere è tendersi. Talvolta si dice che si può stressare
un materiale fino a farlo spezzare - proprio come la nostra vita. Ma stress può
anche essere la traduzione del sanscrito "dukkha", il termine usato
dal Buddha quando dice che "la vita è dukkha". Dukkha viene di solito
tradotto come "sofferenza", "insoddisfazione",
"illusione", "disagio"... o anche "stress".
Chi lo può negare? Noi conosciamo benissimo lo stress. Quando
siamo preoccupati o ansiosi, quando soffriamo, quando siamo sottoposti a
pressioni o responsabilità eccessive, quando dobbiamo fare troppe cose, quando
ci sembra di non farcela, di non essere all'altezza della situazione, di
fallire... siamo sotto stress. Cioè, siamo tesi. Allora soffriamo, soffochiamo,
siamo colti da mille paure o veniamo presi dall'angoscia, dalla disperazione o
dal panico. .
Quando riusciamo a distenderci, a rilassarci, a dimenticare per un
po' le preoccupazioni, ci rendiamo conto di che cosa significhi vivere
stressati. In realtà, una certa quantità di stress è inevitabile, in quanto
legata alla condizione esistenziale di incertezza e di confusione, di tensione
e di distensione. Tutti dobbiamo passare attraverso , la crescita,
l'apprendimento, le malattie, le disgrazie, le morti e l'invecchiamento. Il che
significa che dalla vita non possiamo eliminare una certa dose di
sofferenza.
Ma noi ci aggiungiamo del nostro: le sofferenze mentali. Se per
esempio soffro perché non vengo riconosciuto, vengo tradito, vengo abbandonato,
non vengo promosso, ho problemi di lavoro o non ho abbastanza soldi, la
sofferenza che provo nasce dalla mia mente, non da un dolore provocato da un
fattore esterno. Se ho un'ambizione o un desiderio che mi divora, non riuscire
a raggiungere la mia meta mi provoca una sofferenza mentale che ben presto mi
precipita in uno stato angoscioso che investe anche il corpo.
I sintomi dello stress mentale diventano sintomi fisici e ci
rovinano l'esistenza e spesso anche la salute. Quanti infarti o altre malattie
sono provocati non da incidenti fisiologici, ma da stress mentale? D'altronde,
mente e corpo sono un tutt'uno. Purtroppo, nella società moderna, lo stress
viene moltiplicato per mille, perché le nostre vite sono molto complicate e
competitive.
Ecco perché la meditazione si propone di combattere lo stress. Non
si tratta tanto di cercare la felicità, quanto di ridurre il più possibile i
fattori di sofferenza, che sono sempre attivi. Ma, per poterlo fare, è
necessario rendersi conto della loro presenza continua e non illudersi che si
possa sempre vivere in uno stato di benessere o che si possa eliminare la
sofferenza una volta per tutte. No, la sofferenza è costitutiva dello stato
umano e dell'universo intero. Ogni cosa, ogni condizione, ogni stato d'animo,
sorge, permane per un po' e svanisce. Siamo noi che gli attribuiamo gli
attributi di buono o di cattivo, di piacevole o di spiacevole; ma si tratta di
semplici onde che vanno e che vengono.
Bisogna insomma farsi uno sguardo "filosofico", capace
di capire come la felicità o l'infelicità, la tensione o la distensione
rispondano alle leggi cui rispondono tutte le onde: vanno e vengono, vanno e
vengono… Noi possiamo ridurre il moto ondoso stando fermi e osservando le
condizioni fisiche e mentali che sorgono e svaniscono. Possiamo addirittura
diventare semplici osservatori del dolore e della felicità che investono tutti
e noi stessi. Possiamo osservare la nostra stessa consapevolezza. E, in quei
momenti, capiamo che cosa sia lo stato di quiete e di pace. E possiamo far
diminuire lo stress personale e generale. Possiamo soprattutto ridurre gli
inquinanti mentali. Questo è già un bel risultato.
Capire questo è capire tanto.
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