Quando
pensiamo alla vita che vorremmo avere, e che non abbiamo, raramente siamo
felici. Quanti dei nostri desideri abbiamo realizzato? Ma, anche se abbiamo
concluso ben poco, una fortuna l'abbiamo avuta. Siamo qui e siamo consapevoli.
Quale sarebbe infatti l'alternativa? Sarebbe bello non essere mai giunti alla
luce, non avere mai aperto la finestra su questo mondo, non aver mai visto
nulla, non aver avuto accesso a questo tipo di coscienza, non aver mai detto
"io", non aver pensato che avremmo potuto essere di più?
Secondo l'Oriente, essere nati nello stato umano non è il massimo,
ma è comunque un punto di passaggio molto importante. La linea evolutiva che ci
ha portato fin qui ha lavorato per milioni o per miliardi di anni per dar vita
a una coscienza. E, anche secondo la scienza, siamo stati prima animali,
piante, minerali, atomi... e ce n'è voluto per essere uomini.
Tra milioni di spermatozoi, siamo nati noi.
Gli altri non ce l'hanno fatta.
La nascita della coscienza è qualcosa di
grandioso, è l'opera stessa dell'universo, che per questo scopo opera. E noi
siamo qui a contribuire a questa impresa gloriosa. Uno dei tanti mattoncini,
certo. Ma un giorno potremo dire: abbiamo dato il nostro contributo.
La coscienza però è ancora in uno stadio
poco evoluto. E l’evoluzione va molto lentamente.
Non c’è che un mezzo per velocizzarla. Essere sempre più
consapevoli, più intensamente consapevoli. Bisogna capire infatti che la
coscienza, oltre a espandersi, deve aumentare di quantità.
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