lunedì 10 giugno 2019

Il Dio di Pascal


“Il supremo passo della ragione” scrive Pascal” sta nel riconoscere che c’è un’infinità di cose che la sorpassano.” Ineccepibile. Ma, a questo punto, egli mette in campo “cuore e istinto”. “È il cuore che sente Dio, non la ragione. Ecco cos’è la fede: Dio sensibile al cuore, non alla ragione.”
Ma il cuore e l’istinto non sono più intelligenti della ragione. Sono semplicemente più condizionabili. Non sono in grado di pensare niente di nuovo. Anzi pongono in essere essi stessi ciò di cui sentono il bisogno. Sono ripetitivi, hanno sempre le stesse ragioni e forme. Il cane, per esempio, che sente la necessità di avere un capobranco e una gerarchia, li crea automaticamente. E questi esistono solo per lui, non per altri esseri. Anche la “persona amata” esiste solo per chi la ama.
Se il mio cuore non “sente” Dio, Dio non esiste per me. Se il mio cuore ha bisogno di Dio, Dio esiste per me.
Dio, dunque, appartiene a quella categoria di figure che esistono solo per chi ne sente il bisogno.
Ci sono cose che esistono, cose che non esistono e cose che esistono solo nella misura in cui esistono per qualcuno. Questo perché il cuore non può dimostrare nulla, non può giungere a nessuna conoscenza oggettiva.

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