mercoledì 12 giugno 2019

Dio e la creazione


Quando sento gli scienziati che ci spiegano che l'universo è nato da un gigantesco big bang, ossia da un'esplosione, mi sembra che il loro cervello ripeta gli stessi schemi della Bibbia: "...E la luce fu!" Poca fantasia - la dimostrazione che anche la mente scientifica ricorre a preconcetti ideologici. Non siamo ancora nella scienza; siamo nella vecchia mitologia.
Ma c'è un piccolo particolare: manca Jahvé. Infatti in tutti questo immenso universo, in tutti questi corpi celesti desolatamente vuoti e inutili, manca l'alito dello spirito. A che serve questo scassatissimo baraccone, a che servono questi miliardi di pianeti e di stelle, tutti in preda a una furia violenta?
Domanda: non si poteva fare qualcosa di meglio - magari di più contenuto ma di più intelligente? Tutto ciò sembra l'opera non di una mente divina ma di un apprendista stregone che non domina ancora la sua potenza. Un excessus mentis, uno che non riuscendo a stare in se stesso è esploso in mille pezzi, un pazzoide che non sa contenersi, un immenso coito.
Ripeto: dov'è il senso, dov'è la sensibilità? Forse in questo fiore che sboccia? E, per far sbocciare questo fiore, c'era bisogno di tutto questo sconquasso? No, le nostre idee sulla creazione sono ancora fantasie da bambini.

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