I temi scelti quest’anno per l’esame di maturità sono, come
sempre, un invito al buonismo perbenista. Si potrebbe parlar male o avanzare
quache critica sul generale Dalla Chiesa, su Gino Bartali (che salvò molto
ebrei), sulla lotta contro la mafia, sulla difesa del patrimonio artistico, sulla
condanna del totalitarismo o su don Milani?
Evidentemente non è permesso.
Se qualcuno lo facesse, verrebbe bocciato.
Così gli studenti sono
obbligati a ripetere gli stessi luoghi comuni, le stesse ipocrisie. Una vera e
propria preparazione all’accettazione conformista di valori e di comportamenti che
fanno così piccoli gli italiani. Guardate i nostri politici come hanno imparato
bene la lezione. Dicono mai qualcosa di originale, pensano mai con la loro
testa?
Le conseguenze di questa
cultura del conformismo sono ben visibili nella nostra attuale decadenza. Non c’è
più nessuno che inventa niente.
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