È nota
l’arroganza con cui il Dio biblico risponde alle accuse di Giobbe che si
lamenta perché viene colpito da sventure senza avere la minima colpa. Chi sei
tu per giudicare? gli risponde Dio. E incomincia a enumerare le cose grandi che
ha fatto, proprio come un qualsiasi potente terreno. Io ho fatto questo, io ho
fatto e quello… e tu vuoi giudicarmi? “Dov’eri tu quando io ponevo le
fondamenta della terra? Dillo se hai tanta intelligenza!”
Ma l’ “accusatore
di Dio” ha le sue buone ragioni. E Dio non sa rispondere, non sa minimamente
giustificare il male che si abbatte sul povero Giobbe e, in realtà, su tanti
esseri viventi. Non sa spiegare il male che si abbatte sugli innocenti.
E noi, se
credessimo in un creatore, potremmo aggiungere varie accuse cui Dio non saprebbe
rispondere, potremmo mettere in evidenza tanti difetti della sua creazione. Per
esempio, oltre ai bambini uccisi senza colpe, il modo brutale della
riproduzione (una vera e propria droga pesante), il modo brutale di nutrirsi
(per cui ognuno deve uccidere altri esseri viventi, “gli atti scellerati del
nutrimento” di cui parlava Empedocle) e il modo crudele di morire.
Un creatore
sarebbe colpevole di tutto ciò. E, al tribunale dell’intelligenza, dovrebbe
essere condannato.
È per questi
motivi che l’idea di un Dio creatore non regge.
Nessun commento:
Posta un commento