Quando
ti sposi, sposi un intero apparato riproduttivo edentri nel meccanismo della
produzione. In altri termini, se sposi un apparato riproduttivo, devi entrare
nell'apparato produttivo, con tutti i suoi obblighi e i suoi modi pensare.
Diventi insomma anche tu un fattore della produzione.
In tal modo, siamo tutti al servizio delle finalità riproduttive
della natura, che impone i suoi doveri e le sue regole. Siamo tutti rotelline
di un immenso ingranaggio.
Niente di strano allora che la produzione, con le sue leggi
economiche, regoli ogni istante della nostra vita. E questo è talmente vero che
noi applichiamo alle concezioni dell'aldilà, della giustizia divina o della
retribuzione karmica idee e principi economici, primo fra tutti quello del
pareggio di bilancio. È così che abbiamo divinizzato l'economia.
In fondo il nostro Dio è una specie di grande banchiere, con tanto
di ragioneria e di calcolo dei profitti e delle perdite. Vi ricordate le
parabole cristiane sui talenti? Non si trattava di investimenti? Per l'uomo,
l'aldiqua e l'aldilà sono sempre soggetti ad un principio economico. È
l'economia che domina le nostre menti.
Faccio questa osservazione per invitare a guardare il mondo con
occhi diversi da quelli dell'economia e della ragioneria. Oppure, dobbiamo
accettare l’idea che Dio sia una specie di supremo Ragioniere che tiene conto
dei nostri guadagni e delle nostre perdite e che alla fine compili il nostro
bilancio?
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