L’esigenza spirituale ci consiglia di non legarci a nessuno e a nessuna
cosa. Ed è facile capire il perché. Per non dipenderne.
D’altra parte, esiste l’esigenza, altrettanto importante, di non
trasformarsi in pietre insensibili, in esseri anaffettivi e indifferenti, in
aride monadi senza rapporti. Dobbiamo continuare ad essere vivi.
Insomma, un difficile equilibrio, un koan zen: amare senza attaccamento.
Ma questa è la sfida della vita.
Il problema non è diventare dei Superman, di essere superiori agli
altri. Ma di essere superiori ogni giorno al “noi stessi” di ieri. In altre
parole – crescere.
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