Come avevamo ampiamente
previsto, è stato raggiunto un accordo fra Stato e Chiesa, secondo cui il
Vaticano non pagherà mai un euro di tasse sugli immobili. Si stabilisce infatti
che saranno esentati gli immobili “destinati
esclusivamente allo svolgimento, con modalità non commerciali, di attività
assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali,
ricreative e sportive, nonché delle attività di religione o di culto”.
Una presa in giro. Perché il Vaticano non dichiarerà mai che un suo
immobile non rientra in una di queste attività.
Pagheremo noi anche per le immense proprietà della Chiesa.
Felici?
Eppure, l’intera religiosità cattolica si basa, come ho mostrato in
precedenza, su un rapporto “commerciale” con il suo presunto Dio. Dare e avere,
premi e castighi, investimenti in buone azioni, ricompense, sconti di pena, acquisizioni
di meriti, amministrazioni oculate, frutti, ecc. Non stiamo per celebrare l’ennesima
vendita delle indulgenze?
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