Non è vero che il concetto di Dio – Dio come Persona, non come un
principio o un’energia impersonale - sia naturale. È un prodotto mentale. Noi
lo mettiamo in testa ai bambini parlandone loro fin da piccoli.
Ma, se prendessimo un gruppo di bambini e li allevassimo in un’isola
deserta eliminando ogni riferimento culturale a Dio, loro non ci penserebbero –
soprattutto non penserebbero mai ad un Dio storico, ad uno degli Iddii delle
religioni.
Ci sono culture dove questo concetto non esiste.
Il Italia condizioniamo immediatamente i bambini con tale concetto – ed è
per questo che la Chiesa fa di tutto per inserire l’insegnamento della sua
dottrina negli asili e nelle scuole. A quel punto i bambini sono costretti a fare
i conti con questa idea… fino a che diventeranno dubbiosi, indifferenti o atei,
di fronte all’evidenza che Dio non c’è o non li aiuta (ma anche gli atei
faranno comunque riferimento al concetto). Insomma non si sfugge al
condizionamento culturale. Il che avviene in tutto l’Occidente cristiano, nel
mondo musulmano e nella cultura induista.
Sarebbe ora che decondizionassimo le menti dei nostri figli. Ma ormai il
“peccato originale” è stato commesso (dai preti) e ritornare allo stato di
naturalezza è difficile. È necessario lavorare con contro-idee e con lo sviluppo
di una retta visione e della consapevolezza, che siano in grado di far vedere
come noi crediamo a ciò che la cultura ci spinge a credere.
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