giovedì 9 aprile 2015

L'ego e la guerra

L’ego e la guerra sono la stessa cosa. Perché l’ego deve affermare se stesso contro gli altri.
Senza questa consapevolezza, l’ego è come una pianta infestante e come un parassita, che si ferma solo quando ha distrutto l’ambiente o il corpo che ha aggredito.
Difficile scommettere sul futuro di un’umanità che appare, senza rendersene conto, inguaribilmente malata di egocentrismo.
Fra l’altro, sono proprio gli individui più egocentrici e squilibrati che finiscono al potere. Hitler, Stalin, Napoleone, Gengis Khan, Alessandro Magno e compagnia bella. Queste persone non sono guidate dalla ragione (qualcosa che ha in sé l’idea di misura), ma uno smisurato senso dell’ego.
Per esempio, perché oggi Putin vuole conquistare altri territori? La Russia non ne ha abbastanza?
No, per l’ego privo di autocoscienza, niente è abbastanza. Vuole il dominio del mondo.
L’uomo non riesce a porsi un limite, a frenarsi, ad accontentarsi, ad apprezzare ciò che ha già. Non riesce a vedere la propria smisurata volontà di potenza.
Inutilmente i saggi parlano di amore e di consapevolezza. Sono sempre i bruti e gli inconsapevoli che vanno al potere e scatenano guerre.
L’uomo resta in balia della propria mania di grandezza, del proprio delirio di onnipotenza. Nessuno sembra in grado di guardarsi dentro.
Ogni ego ritiene di essere il più importante del mondo, il centro dell’universo, il “figlio di Dio”. Ogni ego si considera superiore agli altri.
Stando così le cose, come dare un futuro all'umanità? Oggi le armi nucleari sono in mano a pazzi criminali che vanno immancabilmente al potere.

E nessuno fa notare a questi pazzi che il loro ego è inconsistente come un sogno. Nessuno insegna agli uomini a farsi un esame di coscienza, a rendersi conto che, al fondo, quell’ego è vuoto. Poverini, non bisogna creargli un trauma: potrebbero mortificarsi e finire depressi.

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