Noi ci sentiamo vivi non solo quando ci sentiamo felici, ma anche quando
soffriamo.
E l’importante è proprio questo: sentirsi vivi, essere nel presente. La
meditazione del sentirsi vivi è un genere di spiritualità che non rifugge la
vita, ma l’abbraccia, comunque sia.
Diversa è la spiritualità di chi cerca di essere una specie di san
Francesco auto-castrato. Più morto che vivo.
Lasciamo perdere coloro che si castrano per avvicinarsi a Dio, gli “eunuchi”
religiosi, i vergini che rinunciano ai sensi, i preti e i monaci repressi, gli
asceti che mortificano la carne.
Per queste persone la religione diventa un’arida e ipocrita trappola che
soffoca la vita. E, come diceva Gesù, “Dio è il Dio dei vivi, non dei morti”.
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