domenica 19 aprile 2015

Anatta: il non sé

Lo scoglio più grosso alla liberazione dell’uomo, al suo indispensabile salto evolutivo, è il problema dell’identità, è credere che una maschera superficiale sia il sé autentico.
Tutti gli scontri, i conflitti, le persecuzioni e le guerre si fanno in nome di un’identità: un’identità contro l’altra.
Ci sono identità etniche, nazionali, culturali, religiose e sociali, e tutte si scontrano, tutte vogliono il predominio, tutte si ritengono superiori.
In Turchia, per esempio, esiste il reato all’identità turca, che è stato fatto valere per lo sterminio degli armeni. Ma tutte le nostre guerre sono state scatenate da conflitti tra identità diverse. Non c’è verso di far capire agli uomini che quella che credono la loro identità è solo una sovrastruttura.
Immaginate: guerre che si combattono tra pupazzi travestiti. Io sono tedesco, razza superiore. Io sono bianco, razza superiore. Io sono musulmano, e il mio Dio è l’unico vero. Io sono ebreo, e Dio si è rivelato solo al mio popolo. Io sono un notaio e il mio ruolo è più importante del tuo. Io sono un potente e posso dettar legge. Io sono un padre e tu devi ubbidirmi. Io sono un politico e devo guadagnare dieci volte quello che guadagna un cittadino comune, eccetera, eccetera.
Tutti devono avere un ruolo, una casta e un marchio.
Il cristiano, per paura che qualcuno possa sfuggire alla marchiatura, si affretta a battesimarlo e a cresimarlo. Da ora in poi, sei mio. Mettiti l’armatura e vai a combattere la tua crociata.
Solo il buddhismo capisce che il problema non è quello di dare una nuova identità, ossia un nuovo travestimento, ma di fare capire come ogni identità sia posticcia, come il nostro ego sia comunque una costruzione vuota. Tanto rumore per nulla. Si combattono guerre sanguinose per poi scoprire siamo tutti esseri umani comuni, che abbiamo tutti le stesse esigenze.
Ma questo gli uomini non lo sopportano. Loro vogliono essere importanti, loro sono al centro di loro stessi, loro vogliono contare, loro vogliono prevalere. Guai a dir loro che sono nient’altro che una forma del vuoto. Noi siamo figli ed eredi di Dio!

Già, ma Dio che cos’è se non il grande Vuoto?

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