mercoledì 29 aprile 2015

La ruota della vita

Io soffro, ma questo fa parte del gioco universale. Entro certi limiti, non c’è colpa all’origine della mia sofferenza, così come non c’è merito all’origine della mia gioia.
Per esempio, la felicità di alcuni incontri non è tanto un frutto della mia volontà, quanto un frutto della vita. Gli amori vengono e vanno, mentre io non posso far nulla per suscitarli né farli finire. Certe cose fondamentali ci vengono date: non vengono scelte.
La vita è un dono, ma anche un caso della natura. Io non posso controllare tutte le combinazioni, tutti i fattori, tutte le variabili. Sono all’interno di un gioco più grande sulle cui regole non posso influire.
La sofferenza è universale perché fa parte del motore della vita. Ma anche la gioia. E, tuttavia, all’interno di questo gioco, io non sono soltanto giocato – posso fare i miei giochi, per quanto piccoli. Posso cercare di minimizzare la sofferenza e di massimizzare la gioia.
Nella sofferenza, la massima virtù è la capacità di resistere senza farsi distruggere, perché è certo che, per la legge dialettica del divenire, neppure il dolore può durare a lungo.

La ruota deve girare.

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