Il curatore della mostra sulla preghiera nel mondo (“Pregare, un’esperienza
umana”, alla Reggia di Venaria), l’antropologo e architetto Franco la Cecla, si
è messo le mani nei capelli. Voleva far vedere come nella preghiera delle varie
religioni - Induismo, Buddhismo, Islam, Ebraismo e Cristianesimo cattolico ed
orientale – vi fosse uno slancio comune. Ma subito si è accorto che ogni
religione tende a distinguersi dalle altre: la mia preghiera è più bella della
tua, il mio Dio è più bello del tuo.
Così tutti litigano e il povero La Cecla confessa sconsolato di essere
finito in un ginepraio, perché “chi crede non sopporta che il proprio pregare
sia un anelito universale.”
Insomma chi crede che le religioni possano portare la pace nel mondo non conosce né le religioni né gli uomini.
Insomma chi crede che le religioni possano portare la pace nel mondo non conosce né le religioni né gli uomini.
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