Il monaco bengalese Atisha, nato nel 980 d.C., offre questa sintetica
descrizione della via buddhista:
“La dote suprema sta nella realizzazione dell’inesistenza del sé. La
nobiltà suprema sta nel saper domare la propria mente. L’eccellenza suprema sta
nell’avere l’atteggiamento di chi vuole aiutare gli altri. Il precetto supremo
è la consapevolezza continua. Il rimedio supremo è la comprensione della
trascendenza intrinseca di ogni cosa. L’attività suprema è il non conformarsi
agli interessi mondani. La realizzazione mistica suprema sta nel ridurre e nel
trasformare le passioni. La carità suprema sta nel non provare attaccamento. La
moralità suprema sta nell’avere una mente serena. La tolleranza suprema sta
nell’umiltà. Lo sforzo supremo sta nell’abbandonare l’attaccamento ai beni
materiali. La meditazione suprema sta nella mente senza pretese. La saggezza
suprema sta nel non interpretare la realtà per quello che sembra” [da Mark
Epstein, La lezione della serenità, Vallardi,
Milano, 2014].
Ovviamente si tratta di un ideale perfetto – mentre noi siamo così
imperfetti. Ma ci dà comunque un’indicazione della direzione da seguire.
Bellissimo.
RispondiEliminaPotrebbe commentarlo,riga per riga, nei prossimi post? Mi sembra che ne valga la pena.
Grazie!