Lo dice san Paolo: “Se Cristo non è risorto, vana è la nostra fede”.
E, dunque, vana è la fede dei cristiani. Non perché Gesù non sia
risorto, ma perché tutti, in un modo o l’altro, risorgono –indipendentemente da
ciò in cui credono.
Non c’è niente che nasca, non c’è niente che muoia, ma tutto si
trasforma: è una legge scientifica. A questo scopo, non c’è bisogno di nessun
Cristo e di nessun Dio. Dall’inizio dei tempi succede così. D’altronde, come
farebbe Dio – l’eterno - a morire?
Sembra che, senza l’intervento del Cristo, l’immortalità non fosse
garantita. Ma chi ha messo in testa ai cristiani questa idea così presuntuosa –
e ingiusta?
Per i cristiani, è sempre una questione di raccomandazioni, di favori e
di eccezioni. E, invece, no. Leggete per esempio le Upanishad e troverete,
secoli e millenni prima di Gesù, l’idea che tutto è eterno… e che l’eterno è
esattamente il nostro nucleo fondamentale.
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