Cercando di rendere Dio plausibile alla mente non si rende affatto un
buon servizio alla trascendenza, perché la si inserisce semplicemente in
categorie logiche e psicologiche umane. Questa è la grande colpa del
cristianesimo, che ha fatto dell’incarnazione di Dio un antropomorfismo.
L’ateismo moderno non nasce dal semplice disincanto, ma è la conseguenza
della riduzione di Dio ad una razionalità che finisce per annullare ogni
trascendenza.
Il senso razionale di Dio - di un Dio Causa prima, Giudice, Protettore,
Garante dell’immortalità, ecc., di un Dio inserito addirittura in una Sacra
Famiglia – ha eliminato quell’ulteriorità di senso che fa di Dio qualcosa che è
al di là della mente umana, al di là dei principi logici di non-contraddizione
e di causalità.
In realtà Dio non può essere pensato dalla mente umana, con il suo
dualismo. È evidente, per esempio, che tutti i contrari sono all’origine qualcosa
di unitario, che però è quasi incomprensibile per la nostra logica e appena appena
intuibile.
Tutto sommato, è più vicina alla creatività divina la meccanica
quantistica, con la sua indeterminatezza e paradossalità, che la teologia.
Dobbiamo ripensare Dio, anzi "non-pensarlo". Avvicinarsi ad esso tenendo conto che i nostri strumenti mentali non sono sufficienti.
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