venerdì 6 marzo 2015

L'infanzia del Buddha

L’infanzia del Buddha ha un evidente significato simbolico. Il figlio del re, ricco, iperprotetto, che ha a disposizione ogni piacere nella sua reggia, tenuto lontano da ogni pericolo e perfino dalla vista di ogni bruttura della vita, un giorno viene a contatto con la malattia, con la vecchiaia e con la morte, e si accorge che il mondo non è solo un paradiso, ma anche un inferno e che, per quanto ci si possa difendere, prima o poi tutti veniamo colpiti dalla sofferenza. È un trauma.
Ma questo trauma è vissuto da tutti quando si esce da un infanzia felice e dalla protezione dei genitori e si entra nel mondo reale. Allora ci si aprono gli occhi sulla realtà.
Non abbiamo più una rete che ci protegga, non abbiamo più la difesa dei genitori. E noi stessi dobbiamo diventare genitori di noi stessi, assumendoci ogni responsabilità e ogni dolore… pur senza perdere la voglia di vivere.
Non è facile, e molti ripiegano nell’irrealtà dei sogni illusori, nelle fedi in qualche Dio protettore. Ma si tratta di regressioni.

L’unica via è costituita dalla consapevolezza coraggiosa, dalla visione chiara e lucida delle cose, dal controllo dell’emotività, dalla conoscenza, dalla saggezza.

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