giovedì 19 marzo 2015

Gestire le emozioni

La parola “emozione” viene dal latino e-movere che significa “mettere in movimento”. E, in effetti, ogni emozione ci mette in moto, trasforma il nostro modo di sentire.
Ci sono emozioni che ci devastano. E ci sono emozioni vitali, che ci alimentano. Nessuna emozione è buona o cattiva in sé. Tutto dipende dalle circostanze.
Quando un’emozione ci assale, non abbiamo modo di difenderci e ne veniamo invasi (è il caso per esempio dell’ira). Ma, se lo stato d’animo ci fa soffrire o ci porta a sentimenti di malessere, dobbiamo reagire. Se non vogliamo essere in balìa di emozioni distruttive, dobbiamo lavorarci su.
Le emozioni possono essere positive se ci fanno sentire vivi, energici, fiduciosi e ottimisti; ma possono essere negative se ci tolgono la gioia di vivere e ci fanno precipitare in gorghi di disperazione o di dolore.
L’ira è negativa. Ma, se mi arrabbio per un ingiustizia, è forza positiva.
L’odio è negativo. Ma se odio un criminale, è giusta.
L’amore è positivo. Ma se amo la droga, il gioco d’azzardo o la persona sbagliata, diventa negativa.
L’ansia ci fa star male. Ma un po’ di ansia ci aiuta a prepararci meglio.
La paura è negativa. Ma senza avvertire la paura saremmo già morti.
La noia può essere annichilente. Ma può anche essere creativa…
Le emozioni sono ambivalenti e ambigue. In genere, ciò che ci fa sentire in pace, equilibrati, aperti e saggi è positivo. Ciò che ci provoca agitazione, confusione, squilibrio e perdita di autocontrollo è negativo.
Come fare a intervenire?
Dobbiamo diventare chiaramente consapevoli dello stato d’animo che ci pervade in un certo momento. “Questa è collera, questo è un impulso d’odio, questo è egocentrismo, questa è invidia, questa è un’ ansia eccessiva, ecc.”
A questo punto dobbiamo fare un salto. Passare dallo stato d’animo perturbante a quella parte di noi che ne è consapevole. Quella parte, quel centro, essendo semplicemente coscienza, non è investito dall’emozione negativa. Ma ne è distaccato. La coscienza è solo coscienza.
Dunque, spostandoci in quel centro, prendendo le distanze dall’emozione che ci turbava, usciamo dallo stato d’animo che minacciava di travolgerci e approdiamo a uno stato di consapevolezza che ci ridona l'equilibrio e la salute, mentale e fisica.

Le emozioni per loro natura non sono stabili. Sono come le onde del mare, che si alzano e si abbassano. Perciò, con il tempo, è molto meglio trovare quel “fondo di noi stessi” che non è toccato dal loro moto e che resta sereno nonostante l’agitazione della superficie.

Nessun commento:

Posta un commento