Quando diciamo che non
possiamo fidarci nemmeno della nostra mente, e che dobbiamo trascenderla,
diciamo che dobbiamo uscire dal dualismo soggetto-oggetto, che ci deforma la
visione. Ecco il perché della ricerca del vuoto mentale.
Si è stabilito
convenzionalmente che le cose siano quegli oggetti (da ob-jectum) che “stanno di contro al soggetto che le considera”.
Ma quando noi consideriamo
l’oggetto, questo è già un dato, cioè è il prodotto di una operazione mentale,
basata sul dualismo soggetto-oggetto, che ci è sfuggita, che è già avvenuta.
Solo ritornando all’origine della biforcazione, si vede che oggetto e soggetto
sono l’uno relativo all’altro, e quindi in sé inconsistenti - e si possono
cambiare.
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