Il primo scopo della
meditazione è ottenere la calma. Sembra poco, ma è tantissimo. La calma serve
infatti, oltre che a vivere meglio, ad avere una mente limpida e lucida, capace
di vedere se stessa, gli altri e le cose del mondo, e capace di darci benessere
anziché sofferenza.
Il benessere o l’infelicità
di una persona si traducono in pratica nei sentimenti che prova. Ma questi
sentimenti, anche se in un primo momento possono essere indotti dal’esterno,
devono passare per il nostro essere, la nostra mente – e quindi possono essere
osservati e contrastati o favoriti. Questo controllo dipende da noi, non da un
altro.
Qualcuno, per esempio, mi
può far arrabbiare. Ma spetta a me accettare e cedere ad un attacco di rabbia,
o riportare la pace nel mio cuore e nella mia mente. E questo vale per tutti
gli stati d’animo, per tutte le nostre reazioni.
Ci sono stati d’animo
positivi, che vanno favoriti, e stati d’animo negativi che vanno contrastati e
riconvertiti. Tra questi ultimi la rabbia, l’odio, la gelosia, l’avversione, l’agitazione,
l’invidia, ecc. E tra i primi la calma, la serenità, la gioia, la compassione,
la saggezza, ecc.
Quello che mettiamo in
evidenza è che noi possiamo essere le vittime di stati d’animo provocati da noi
stessi, dagli altri, dal mondo e dagli eventi, oppure possiamo decidere di non
essere dei burattini eterodiretti e di prendere in mano i fili del nostro
benessere e della nostra vita.
Perché arrabbiarmi o odiare,
se questo fa star male prima di tutto me stesso? Non è masochismo?
Quando perciò sto per
arrabbiarmi, devo prima di tutto osservare lo stato d’animo, pensare che è
comunque nocivo e utilizzare tecniche (per esempio di respirazione o di
rilassamento) per far sbollire l’ira.
Più stai calmo, più stai
bene. Più sei agitato, più stai male.
Il tuo benessere o il tuo
malessere dipendono da te. Questo è un messaggio di liberazione.
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