Sedetevi su una sedia, su
una poltrona, sul pavimento a gambe incrociate o stendetevi su un letto.
Ascoltate i suoni che
provengono dalla strada (auto, moto, treno, aereo, uccelli che cantano, cani
che abbaiano, ecc.), dalla casa (voci, bambini, telefoni, radio, frigorifero,
ascensore, ecc.) e da voi stessi (rumori di pancia o del respiro).
Ascoltate tutti questi suoni
e prendetene nota: “Questo è un camion, questo è un bambino, questo è un
borborigmo della pancia, ecc. I suoni possono essere contemporaneamente due,
tre o più. Nominateli tutti mentalmente.
Se non ci sono suoni,
ascoltate il lieve rumore del vostro stesso respiro.
Cercate di limitarvi all’ascolto
e a non pensare, non fantastica. Infatti, dopo un po’, la mente ha la tendenza
a divagare: si mette a ricordare, a chiacchierare, a rievocare fatti o persone,
a prevedere, ecc.
Quando finite, vi
accorgerete che la vostra percezione della realtà è più vivida del solito e che
voi vi sentite più calmi e anche più lucidi.
Questo semplice esercizio vi
aiuta a entrare nel mondo della meditazione, che è essenzialmente un osservare
la propria mente.
Ad un certo punto, invece di
osservare i suoni (che sono comunque vostre percezioni), potreste incominciare
ad osservare i vostri pensieri. Che cosa mi passa in questo momento per la
mente?
I pensieri vanno e vengono
come onde del mare. Non cercate di fermarli, ma cercate di allargare lo spazio
dell’osservatore. In altre parole, il vostro Sé è quello che osserva la mente.
Cercate di spostarvi dal soggetto che pensa e sente al soggetto che testimonia
tutto ciò.
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