La meditazione può essere
definita la scienza della mente, poiché è un insieme di metodi pratici e di
atteggiamenti per controllare e cambiare pensieri ed emozioni disturbanti. Non
è dunque una religione, ma piuttosto una spiritualità, che ha comunque un suo
quadro teorico.
Infatti, la nostra felicità
e la nostra sofferenza dipendono in gran parte da noi stessi, dal modo in cui
impieghiamo la mente. Ma dal modo in cui impieghiamo la mente dipende anche la
nostra visione del mondo.
Da una parte, quindi, si
controllano e si modificano emozioni, sentimenti e pensieri, e, dall’altra, si
verificano e si cambiano le nostre convinzioni profonde.
Quello che è certo è che
tutti i nostri stati d’animo possono essere osservati e, con l‘addestramento,
cambiati. Non siamo insomma semplici contenitori di pensieri e di sentimenti
prodotti dagli eventi esterni,ma siamo noi stessi, in gran parte, i
responsabili di ciò che proviamo e pensiamo. E siamo noi stessi che possiamo
diventare ciò che vogliamo. Come diceva il Buddha, è la mente (sensitiva,
psichica, conscia, inconscia e razionale) che determina il mondo in cui
viviamo. E dunque ognuno deve diventare il padrone di stesso e non lasciarsi trascinare
dagli altri, dalla famiglia, dalla scuola, dalla cultura, dalla società, dalla
religione, dalle opinioni correnti, dalle tradizioni e dai mille
condizionamenti del mondo.
Ognuno deve diventare se
stesso, deve riappropriarsi della propria vita. Ecco perché lo scopo della
meditazione è la libertà, la liberazione.
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