Gli uomini – e in
particolare le donne – possono usare la meditazione come mezzo per affermare la
propria individualità, spesso negata dalla famiglia, dalla religione, dalla
società, dallo Stato e dalla stessa natura, che vogliono individui omologati e
ubbidienti come tante pecore (ma poi le pecore vengono portate al macello).
La meditazione è ribellione.
È rifiutare ruoli non scelti, ruoli convenzionali. È crearsi un proprio nucleo
originale di libertà e di resistenza al conformismo generale.
Quando ci sentiamo
ingabbiati e soffocati dai doveri e dalle maschere sociali o naturali che ci
vengono imposte, la meditazione ci permette di trovare un nostro spazio
autonomo, di liberarci dall’oppressione. In tal senso si cerca la liberazione.
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