domenica 13 ottobre 2024

I vari tipi di dialettica

 

Perché se esiste la gioia deve esistere la sofferenza? Perché se esiste l’amore deve esistere l’odio?

Potremmo rispondere: perché il mondo è duale, ed è duale perché prima è unitario. Cioè, le due metà di una cosa che è stata divisa, ma resta originariamente unitaria e non può essere separata del tutto. I due poli hanno un’origine comune, che non può essere cancellata veramente; e quindi, come due gemelli, rimane un collegamento che non può essere spezzato.

Inoltre, per un principio di equilibrio e di conservazione dell’energia, le due metà devono bilanciarsi.

Il collegamento tra due opposti è un’interazione diversa dal collegamento tra le cose o le forze. È un collegamento obbligato. Mentre il collegamento che si instaura tra due corpi diversi, per esempio tra un’azione e la sua reazione, non è obbligato. È temporaneo. Però, una volta instaurato, è soggetto alle stesse regole di una qualsiasi contrapposizione. Si formano due poli che funzionano come due opposti.

Bisogna però fare alcune distinzioni. Se prendo la diade alto/basso o grande/piccolo, si tratta chiaramente di concetti, perché nello spazio non esiste un alto e un basso o un grande/piccolo. Ma, nella vita quotidiana, però, diciamo che una cosa è più alta o più bassa oppure più grande o più piccola di un’altra. Questo è vero in un mondo relativo, limitato e concreto, ma non in un ipotetico mondo assoluto.

Infatti, se una persona è più alta di un’altra, sarà più piccola di un’altra; o se un diamante è più grande di un altro, sarà più piccolo di un altro. Dovremmo conoscere tutti gli uomini o tutti i diamanti sulla Terra per saper chi è il più grande o il più alto. Ammesso che sia possibile, che dire degli altri pianeti, dove potrebbero esserci diamanti più grandi o esseri coscienti più piccoli. Per fare un’affermazione assoluta, dovremmo conoscere tutto l’universo.

Perciò, le nostre percezioni di altezza e grandezza sono relative. Quando diciamo che qualcosa è “più alto” o “più grande” di qualcos’altro, stiamo facendo un confronto basato su un riferimento specifico. Ad esempio, una montagna può sembrare alta rispetto a una collina, ma bassa rispetto a un’altra montagna più alta.

In termini assoluti, le misure come l’altezza e la grandezza sono definite da unità standard (come metri o chilometri), ma il modo in cui percepiamo queste misure può variare a seconda del contesto e del confronto che stiamo facendo.

Nel caso della gioia/sofferenza e dell’amore/odio, esistono certamente in noi, ma solo noi possiamo misurarli e non è detto che i due poli siano contemporanei. Però, di sicuro l’uno consegue dall’altro, l’uno esiste perché esiste l’altro. Quindi, dobbiamo presumere che i due in origine fossero una stessa cosa. E anche se la percezione può essee più grande o più piccola oppure più alta o bassa di un’altra, non è questo il problema. A noi interessa la compresenza dei due stati d’animo opposti.

Non così per l’azione-reazione, che si applica a corpi che non hanno nessun collegamento precedente. Anche se, in ultima analisi, tutto era uno, e perciò le possibili interazioni sono rese possibili dall’origine comune. In fondo, tutte le interazioni possibili e immaginabili, comprese le quattro della fisica, nascono da un’antica unità. Se non ci fosse stata questa antica unità, nessuna potrebbe agire sull’altra e tutte sarebbero monadi incomunicabili.

Esistono dunque vari tipi di diadi: quelle permanenti o quelle temporanee, quelle concettuali e quelle reali, quelle nello stesso corpo e quelle in corpi diversi.

Se io prendo la diade maschio/femmina, ispirazione/espirazione, luce /buio, soggetto/oggetto o esterno/interno, non posso dire che sono puramente concettuali. Perché hanno un riscontro nell’esperienza di tutti. Dunque, se l’una polarità è vera, anche l’altra è vera. Se l’una esiste, anche l’altra esiste.

Le diadi sono le più varie, ma funzionano tutte nello stesso modo: c’è una contrapposizione dinamica tra due polarità, reali o mentali, reali e mentali, permanenti o temporanee.

La dialettica tra opposti, sia reali che mentali, si manifesta in molti ambiti della vita e del pensiero. Tuttavia, funziona sempre nello stesso modo, anche se dipende dal contesto e dalla natura degli opposti stessi.

In filosofia, la dialettica hegeliana, ad esempio, si basa su un processo di tesi, antitesi e sintesi, dove due opposti si confrontano e si risolvono in una nuova realtà che li trascende. Questo modello può essere applicato a certe situazioni, ma noi parliamo di diadi che non si risolvono affatto e che continuano a interagire nello stesso modo.

In psicologia, la dialettica può riferirsi al modo in cui le persone gestiscono conflitti interni o esterni, cercando un equilibrio tra bisogni o desideri contrastanti. Anche qui, il processo non cambia, anche se può variare notevolmente a seconda delle circostanze individuali.

In termini più pratici, nella vita quotidiana, la dialettica tra opposti può manifestarsi in decisioni che richiedono compromessi o in situazioni che richiedono un bilanciamento tra due estremi.

Ma il compromesso e il bilanciamento durano sempre poco, sono temporanei, dopodiché gli opposti tendono a contrapporsi come sempre.

C’è da precisare che la ricerca di un equilibrio riguarda ogni aspetto della natura, da quello fisico a quello mentale. E non solo forze della natura, che per la legge della conservazione dell’energia, devono trovare una compensazione, non solo per le leggi della mente, per cui pensieri, sentimenti ed emozioni, tendono a compensarsi, ma anche per il benessere e la salute umana: se si infrange questo equilibrio, si va incontro al malessere e la malattia.

Le contrapposizioni nella mente e nella psiche devono trovare un equilibrio o anche l’essere umano va incontro alla distruzione.

Non si possono impunemente violare le leggi che regolano l’universo.

Bisogna trovare anche dentro di sé un’armonia tra spinte contrapposte.

Certo, nel funzionamento della mente e della psiche, è difficile applicare precisi calcoli matematici. Ma le leggi sono le stesse della fisica.

Il mondo è unitario. La dialettica agisce dappertutto.

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o    C’è la dialettica hegeliana che divide il processo in tre fasi: tesi (un’idea o posizione iniziale), antitesi (la negazione o opposizione alla tesi) e sintesi (la risoluzione che supera il conflitto tra tesi e antitesi). Ad esempio, la tesi potrebbe essere “libertà individuale”, l’antitesi “controllo statale” e la sintesi una forma di governo che bilancia entrambe le esigenze.

o    C’è la dialettica in psicologia, (dialettico-comportamentale (DBT),) dove i pazienti imparano a bilanciare e integrare opposti come accettazione e cambiamento. Ad esempio, una persona potrebbe lavorare per accettare le proprie emozioni difficili (accettazione) mentre cerca di modificare comportamenti dannosi (cambiamento).

C’è la dialettica marxista viene applicata alla storia e alla società, vedendo la lotta di classe come una forza motrice del cambiamento sociale. La tesi potrebbe essere la classe dominante (borghesia), l’antitesi la classe lavoratrice (proletariato), e la sintesi una società senza classi.

C’è la dialettica letteraria e artistica, per cui molte opere letterarie e artistiche esplorano temi dialettici come vita e morte, amore e odio, ordine e caos. Ad esempio, in “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, l’amore dei protagonisti (tesi) si scontra con l’odio tra le loro famiglie (antitesi), portando a una tragica sintesi.

o    E c’è la dialettica del metodo scientifico, in cui una teoria (tesi) viene testata attraverso esperimenti. Se i risultati contraddicono la teoria (antitesi), si sviluppa una nuova teoria (sintesi) che meglio spiega i dati.

Questi esempi mostrano come la dialettica possa essere applicata in vari contesti per comprendere e risolvere conflitti tra opposti.

Ma soprattutto c’è la dialettica delle forze binarie, in cui non si la sintesi può essere vista nell’equilibrio, anche se è destinato dinamicamente a durare poco.

Sono modi diversi di vedere la contrapposizione fra opposti.

La sintesi va vista, però, come temporanea, in quanto diventa a sua volta un’altra dialettica binaria.

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