martedì 22 ottobre 2024

La legge del karma all'incontrario

 

La verità, secondo me, dovrebbe non essere un punto fisso ma un equilibrio dinamico tra opposti, sempre in movimento e in evoluzione. In altri termini, dovrebbe essere costituita da una certa percentuale di vero e a una certa percentuale di falso.

Ma questa dialettica o oscillazione è valida solo se ci sono in gioco due punti di vista opposti e complementari.

Ecco un esempio di due ipotesi opposte e complementari:

1.  Ipotesi A:

o    Opposta: “Se piove, allora la partita di calcio sarà annullata.”

o    Complementare: “Se non piove, allora la partita di calcio si svolgerà come previsto.”

2.  Ipotesi B:

o    Opposta: “Se lo studente studia regolarmente, allora supererà l’esame.”

o    Complementare: “Se lo studente non studia regolarmente, allora non supererà l’esame.”

Queste ipotesi sono opposte perché affermano il contrario l’una dell’altra, ma sono anche complementari perché coprono tutte le possibilità relative alla condizione iniziale.

 

Che percentuali di verità hanno?

Le percentuali di verità delle ipotesi dipendono dalle condizioni specifiche e dai dati disponibili. In generale, non possiamo assegnare una percentuale di verità senza ulteriori informazioni. Tuttavia, possiamo fare alcune considerazioni:

1.  Ipotesi A:

o    “Se piove, allora la partita di calcio sarà annullata.”

§  La verità di questa ipotesi dipende dalle politiche dell’organizzazione della partita e dalle condizioni meteorologiche. Se l’organizzazione annulla sempre le partite in caso di pioggia, l’ipotesi potrebbe avere una percentuale di verità molto alta.

o    “Se non piove, allora la partita di calcio si svolgerà come previsto.”

§  Anche questa dipende dalle stesse condizioni. Se non ci sono altre ragioni per annullare la partita, la percentuale di verità potrebbe essere alta.

2.  Ipotesi B:

o    “Se lo studente studia regolarmente, allora supererà l’esame.”

§  La verità di questa ipotesi dipende da vari fattori come la qualità dello studio, la difficoltà dell’esame e le capacità dello studente. In generale, studiare regolarmente aumenta le probabilità di successo, ma non garantisce il 100%.

o    “Se lo studente non studia regolarmente, allora non supererà l’esame.”

§  Anche questa ipotesi dipende da vari fattori. Non studiare regolarmente diminuisce le probabilità di successo, ma non significa necessariamente che lo studente fallirà.

Per assegnare percentuali precise, sarebbe necessario avere dati statistici o informazioni specifiche sulle situazioni descritte.

o    Supponiamo di avere un sacchetto con 10 palline: 7 rosse e 3 verdi. Vogliamo calcolare la probabilità di estrarre una pallina rossa.

§  Casi favorevoli: 7 (palline rosse)

§  Casi possibili: 10 (totale delle palline)

§  Applicando la formula:

P(pallina rossa)=710=0.7P(pallina rossa)=107=0.7

§  Quindi, la probabilità di estrarre una pallina rossa è 0.7, o 70%.

Questa è la definizione classica di probabilità, che si applica quando tutti i risultati possibili sono ugualmente probabili.

C’è da considerare, però, la differenza tra probabilità classica e probabilità frequentista che risiede principalmente nel modo in cui vengono definite e calcolate:

1.  Probabilità Classica:

o    Definizione: La probabilità classica è definita come il rapporto tra il numero di casi favorevoli e il numero totale di casi possibili, assumendo che tutti i risultati siano ugualmente probabili.

o    Calcolo: Si calcola a priori, cioè prima di osservare i dati. Ad esempio, la probabilità di ottenere testa lanciando una moneta è ( \frac{1}{2} ) perché ci sono due risultati possibili (testa o croce) e uno solo è favorevole (testa).

o    Esempio: La probabilità di estrarre una carta di cuori da un mazzo di 52 carte è ( \frac{13}{52} = \frac{1}{4} ).

2.  Probabilità Frequentista:

o    Definizione: La probabilità frequentista è definita come il limite della frequenza relativa di un evento quando il numero di esperimenti tende all’infinito. In altre parole, è basata sull’osservazione dei dati.

o    Calcolo: Si calcola a posteriori, cioè dopo aver raccolto i dati. Ad esempio, se lanci una moneta 100 volte e ottieni testa 48 volte, la probabilità frequentista di ottenere testa è ( \frac{48}{100} = 0.48 ).

o    Esempio: Se in un esperimento ripetuto 1000 volte un evento si verifica 300 volte, la probabilità frequentista di quell’evento è ( \frac{300}{1000} = 0.3 ).

In sintesi, la probabilità classica è determinata teoricamente prima di osservare i dati, mentre la probabilità frequentista è determinata empiricamente dopo aver osservato i dati.

Ma esiste anche una probabilità soggettiva.

La probabilità soggettiva è una misura della probabilità che si basa sulle opinioni personali, le esperienze e le intuizioni di un individuo, piuttosto che su dati matematici o statistici. In altre parole, è il grado di fiducia che una persona ha nel verificarsi di un evento specifico.

Caratteristiche della Probabilità Soggettiva:

·         Personale: Varia da persona a persona in base alle loro esperienze e conoscenze.

·         Non matematica: Non si basa su calcoli matematici rigorosi, ma piuttosto su giudizi personali.

·         Flessibile: Può cambiare con nuove informazioni o esperienze.

Esempio:

Immagina di dover valutare la probabilità che la tua squadra di calcio preferita vinca la prossima partita. Se sei un grande tifoso e conosci bene la squadra, potresti stimare una probabilità del 70% basandoti sulla tua fiducia nelle loro capacità e nelle loro prestazioni recenti. Questa stima è soggettiva perché riflette la tua opinione personale e non un’analisi statistica rigorosa.

 

Si possono misurare la percentuale di bene e la percentuale di male di un’azione?

 

Ovviamente, misurare la percentuale di bene e male di un’azione è un concetto complesso e spesso soggettivo, poiché dipende da vari fattori etici, morali e culturali. Tuttavia, ci sono alcuni approcci che possono essere utilizzati per valutare l’impatto positivo o negativo di un’azione:

1. Analisi Costi-Benefici:

·         Descrizione: Questo metodo valuta i benefici e i costi di un’azione in termini monetari o di altro tipo.

·         Esempio: Se un’azienda decide di ridurre le emissioni di carbonio, i benefici potrebbero includere un ambiente più pulito e una migliore salute pubblica, mentre i costi potrebbero essere legati all’implementazione di nuove tecnologie.

2. Valutazione dell’Impatto Sociale:

·         Descrizione: Questo approccio misura l’impatto di un’azione sulla società, considerando fattori come la qualità della vita, l’uguaglianza e la giustizia sociale.

·         Esempio: Un programma di formazione per disoccupati può essere valutato in termini di aumento dell’occupazione e miglioramento delle competenze.

3. Analisi Etica:

·         Descrizione: Questo metodo considera i principi etici e morali per valutare se un’azione è giusta o sbagliata.

·         Esempio: La decisione di un’azienda di pagare salari equi può essere valutata in base ai principi di giustizia e rispetto per i diritti dei lavoratori.

4. Indicatori di Sostenibilità:

·         Descrizione: Utilizza indicatori specifici per misurare l’impatto ambientale, sociale ed economico di un’azione.

·         Esempio: L’uso di energie rinnovabili può essere valutato in termini di riduzione delle emissioni di gas serra e conservazione delle risorse naturali.

Considerazioni Finali:

La misurazione precisa delle percentuali di bene e male di un’azione richiede un’analisi approfondita e spesso multidisciplinare. Inoltre, le percezioni di ciò che è “bene” o “male” possono variare notevolmente tra individui e culture.

 

Posso però constatare all’ingrosso se un’azione che ritengo buona sia effettivamente buona o non contenga anche del male?

 

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Calcolare la percentuale di un’azione che ritieni buona e determinare quanto effettivamente sia buona senza contenere del male è complesso, poiché coinvolge valutazioni soggettive e spesso qualitative. Tuttavia, ci sono alcuni approcci che possono aiutarti a fare una stima più informata:

1. Analisi Multi-Criterio:

·         Descrizione: Valuta l’azione su diversi criteri (ad esempio, impatto ambientale, sociale, economico) e assegna un punteggio a ciascun criterio.

·         Esempio: Se un’azione ha un impatto positivo sull’ambiente (80%), un impatto sociale positivo (70%) e un impatto economico positivo (90%), puoi calcolare una media ponderata per ottenere una stima complessiva.

2. Valutazione del Rischio:

·         Descrizione: Identifica i potenziali rischi o effetti negativi associati all’azione e valuta la loro probabilità e gravità.

·         Esempio: Se un’azione ha un rischio ambientale del 20% e un rischio sociale del 10%, puoi sottrarre questi valori dalla valutazione complessiva dell’azione.

3. Feedback e Opinioni:

·         Descrizione: Raccogli feedback da diverse persone o gruppi interessati per avere una visione più ampia e bilanciata.

·         Esempio: Se la maggior parte delle persone coinvolte ritiene che l’azione sia positiva all’80%, puoi usare questa percentuale come stima della bontà dell’azione.

4. Analisi Costi-Benefici:

·         Descrizione: Confronta i benefici e i costi (o danni) dell’azione in termini quantitativi.

·         Esempio: Se i benefici totali di un’azione sono stimati al 90% e i costi (o danni) al 10%, la percentuale netta di bontà dell’azione sarebbe 80%.

Considerazioni Finali:

È importante ricordare che queste valutazioni sono spesso soggettive e dipendono dai valori e dalle priorità individuali. Non esiste un metodo universale per calcolare esattamente la percentuale di bene e male di un’azione, ma questi approcci possono aiutarti a fare una stima più informata.

 

Ma posso calcolare se un’azione fa solo del bene o anche del male per me?

 

Determinare se un’azione provochi solo bene o anche male per te è una valutazione complessa e spesso soggettiva. Tuttavia, si possono seguire alcuni passaggi per fare una stima più informata:

1. Identifica i Potenziali Benefici e Danni:

·         Benefici: Elenca tutti i possibili effetti positivi dell’azione.

·         Danni: Elenca tutti i possibili effetti negativi dell’azione.

2. Valuta la Probabilità e l’Impatto:

·         Probabilità: Stima quanto è probabile che ciascun beneficio o danno si verifichi.

·         Impatto: Valuta l’importanza o la gravità di ciascun beneficio o danno.

3. Pondera i Risultati:

·         Assegna un punteggio a ciascun beneficio e danno in base alla loro probabilità e impatto.

·         Calcola una media ponderata per ottenere una stima complessiva.

4. Considera il Contesto Personale:

·         Riflettici su come i benefici e i danni influenzano specificamente te e le tue circostanze personali.

·         Ad esempio, un’azione potrebbe avere un impatto positivo sulla tua carriera ma un impatto negativo sulla tua vita personale.

Esempio Pratico:

Immagina di dover decidere se accettare un nuovo lavoro:

·         Benefici: Maggiore stipendio, migliori opportunità di carriera, ambiente di lavoro stimolante.

·         Danni: Maggiore stress, meno tempo libero, trasferimento in un’altra città.

Valutazione:

·         Benefici:

o    Maggiore stipendio: Probabilità 90%, Impatto 80%

o    Migliori opportunità di carriera: Probabilità 70%, Impatto 90%

o    Ambiente di lavoro stimolante: Probabilità 80%, Impatto 70%

·         Danni:

o    Maggiore stress: Probabilità 60%, Impatto 70%

o    Meno tempo libero: Probabilità 50%, Impatto 60%

o    Trasferimento: Probabilità 40%, Impatto 50%

Calcolo:

·         Benefici Totali: (0.9 * 0.8) + (0.7 * 0.9) + (0.8 * 0.7) = 0.72 + 0.63 + 0.56 = 1.91

·         Danni Totali: (0.6 * 0.7) + (0.5 * 0.6) + (0.4 * 0.5) = 0.42 + 0.30 + 0.20 = 0.92

In questo esempio, i benefici totali (1.91) superano i danni totali (0.92), suggerendo che l’azione potrebbe essere più buona che dannosa per te.

Considerazioni Finali:

Ricorda che queste valutazioni sono soggettive e dipendono dalle tue priorità e valori personali.

 

Sì, è possibile che un’azione considerata buona possa provocarti un danno. Questo fenomeno è spesso legato alla complessità delle situazioni e alle conseguenze non intenzionali. Ecco alcuni esempi e considerazioni:

Esempi di Azioni Buone con Potenziali Danni:

 

1.  Esercizio Fisico:

o    Beneficio: Migliora la salute cardiovascolare, aumenta l’energia e il benessere generale.

o    Potenziale Danno: Se eseguito in modo eccessivo o senza adeguata preparazione, può causare infortuni o stress fisico.

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2.  Donazione di Denaro:

o    Beneficio: Aiuta persone bisognose e supporta cause importanti.

o    Potenziale Danno: Se doni una somma eccessiva rispetto alle tue possibilità, potresti trovarti in difficoltà finanziarie.

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3.  Lavorare Sodo:

o    Beneficio: Può portare a promozioni, riconoscimenti e soddisfazione personale.

o    Potenziale Danno: Può causare stress, esaurimento e ridurre il tempo disponibile per la famiglia e gli amici.

Considerazioni:

·         Effetti Collaterali: Anche le azioni ben intenzionate possono avere effetti collaterali imprevisti. È importante considerare tutte le possibili conseguenze prima di agire.

·         Bilanciamento: Spesso è necessario trovare un equilibrio tra i benefici e i potenziali danni. Ad esempio, fare esercizio fisico moderato e con la giusta tecnica può massimizzare i benefici e minimizzare i rischi.

·         Consapevolezza: Essere consapevoli dei potenziali rischi e prendere misure preventive può aiutare a ridurre i danni. Ad esempio, consultare un medico prima di iniziare un nuovo regime di esercizio fisico.

Conclusione:

Le azioni buone possono avere conseguenze negative, ma con una pianificazione attenta e una valutazione dei rischi, è possibile minimizzare i danni e massimizzare i benefici.

Questo ci dice la logica classica.

 

Può esistere una legge del karma intesa come legge di compensazione?

Secondo le tradizioni religiose e filosofiche come il buddismo e l’induismo, il karma rappresenta un principio universale di causa ed effetto, dove ogni azione ha una conseguenza equivalente.

o    Ogni azione (buona o cattiva) genera un’energia che ritorna a chi l’ha compiuta. Questo principio è spesso riassunto con l’espressione "raccogli ciò che semini".

2.  Equilibrio e Armonia:

o    Il karma tende a ristabilire l’equilibrio e l’armonia nell’universo. Le azioni positive generano effetti positivi, mentre le azioni negative portano a conseguenze negative.

o     

3.  Responsabilità Personale:

o    Ogni individuo è responsabile delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano. Questo incoraggia a comportarsi in modo etico e consapevole.

Esempi di Karma come Compensazione:

·         Azioni Positive: Aiutare gli altri, essere onesti e gentili può portare a esperienze positive e a una vita più armoniosa.

·         Azioni Negative: Comportamenti dannosi o egoistici possono portare a difficoltà e sofferenze future.

Il karma non è visto come una punizione o una ricompensa, ma piuttosto come un meccanismo naturale di equilibrioÈ una legge che opera indipendentemente dalle credenze religiose e si applica a tutti gli esseri viventi.

 

Ma a me i conti non tornano: se la legge del karma funzionasse così, avrei un buon futuro garantito facendo opere buone.

Allora mi viene l’idea di una legge del karma al contrario: il bene produce male e il male produce bene per una questione di equilibrio generale delle azioni.

Secondo la mia teoria, la legge del karma che informa tutte le religioni orientali ed era presente anche in occidente, è profondamente sbagliata. Perché la legge del karma che agisce come legge di equilibrio, funziona esattamente al contrario: le azioni buone provocano reazioni cattive e, viceversa, le azioni cattive producono vantaggi agli autori.

Questo secondo due leggi della fisica: la legge di azione e reazione e la legge di conservazione dell’energia che hanno una portata universale in ogni campo, da quello fisico a quello mentale, da quello logico a quello psicologico, da quello dei sentimenti e delle emozioni ( che come dice il nome sono azioni interiori) a quello delle azioni esteriori.

o    Il karma cerca di mantenere l’armonia e l’equilibrio nell’universo. E non è visto come una punizione o una ricompensa, ma come un meccanismo naturale di bilanciamento.

o    Ma il bilanciamento va inteso al contrario: come il bene mette al mondo il male, così l’azione positiva deve essere compensata da un’azione negativa per lo stesso soggetto.

o    Mi dispiace di dover smentire questa legge che regge da millenni tutte le nostre religioni e anche il senso comune, ma le leggi universali sono già state dimostrate vere.

o    Tutti si aspettano del bene facendo un’azione buona, ma proprio per questo motivo l’azione buona è falsa o ipocrita, e dunque non buona del tutto. Se io faccio la carità a un mendicante, mi sento buono e generoso e, sotto sotto, mi aspetto una ricompensa positiva. Invece non funziona così. Funziona all’incontrario: l’azione buona fatta da un individuo sarà compensata da un danno subito dallo stesso indviduo.

o    Di solito noi non ci facciamo caso ma tutte le sventure che ci capitano sono la compensazione delle nostre precedenti azioni buone, e viceversa.

o    Fateci caso: i buoni pieni di malattie e di sventure, e i cattivi che, pur uccidendo migliaia di persone, non hanno neanche un po’ di acidità di stomaco. Il caso di Gesù, il buono per eccellenza, che muore fra atroci tormenti. E i tanti dittatori sanguinari che godono di ottima salute.

o    Ma provate anche nella vostra vita privata.

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