martedì 8 ottobre 2024

L' economia della natura

 

È noto che durante le oscillazioni di un pendolo, l’energia potenziale gravitazionale si trasforma in energia cinetica e viceversa.

Quando il pendolo è al punto più alto della sua oscillazione, ha la massima energia potenziale e minima energia cinetica (praticamente ferma). Man mano che scende, l’energia potenziale diminuisce e si trasforma in energia cinetica, raggiungendo il massimo al punto più basso della sua oscillazione, dove la velocità è massima.

Poi, mentre il pendolo risale dall’altro lato, l’energia cinetica si trasforma di nuovo in energia potenziale fino a raggiungere un altro punto massimo di energia potenziale e minima energia cinetica.

Ci sono molti esempi di trasformazione dell’energia potenziale in energia cinetica. Ecco alcuni dei più comuni:

 

1. Palla che cade: quando una palla viene lasciata cadere da una certa altezza, l’energia potenziale gravitazionale si trasforma in energia cinetica man mano che la palla accelera verso il suolo.

2.  

3. .

4. Montagne russe: nei punti più alti del percorso, i carrelli hanno massima energia potenziale. Quando scendono, questa energia si trasforma in energia cinetica, aumentando la velocità dei carrelli.

5.  

6. Arco e freccia: quando l’arco è teso, ha energia potenziale elastica. Quando viene rilasciato, questa energia si trasforma in energia cinetica, lanciando la freccia.

7.  

8. Diga idroelettrica: l’acqua accumulata dietro una diga ha energia potenziale gravitazionale. Quando l’acqua viene rilasciata, questa energia si trasforma in energia cinetica, facendo girare le turbine per generare elettricità.

9. .

Pendolo: come già discusso, un pendolo in movimento alterna tra energia potenziale e cinetica durante le sue oscillazioni.

 

Altalena: quando si muove verso il basso, l’energia potenziale si trasforma in energia cinetica, e viceversa quando risale.

 

Molla: quando la comprimi, essa accumula energia potenziale elastica. Quando la rilasci, questa energia si trasforma in energia cinetica del movimento.

 

In un certo senso, le oscillazioni possono essere considerate contrapposizioni, dato che sono movimenti periodici che si alternano tra due stati estremi , come se ci fosse una continua contrapposizione tra due forze o direzioni opposte. Il che mi ricorda la legge di azione e reazione, e il simbolo dinamico dello yang e yin

 

Prendi un’altalena. Quando va avanti e indietro, c’è una oscillazione fra energia cinetica e potenziale, tra movimento ascendente e discendente. Questo gioco fra opposti è l’essenza dell’oscillazione.

 

Questo è il modo in cui molti fenomeni naturali, fisici e mentali, avvengono. E questo è anche il gioco della coscienza stessa!

Le oscillazioni non sono generalmente considerate contrapposizioni, ma piuttosto movimenti periodici attorno a una posizione di equilibrio. Tuttavia, ci sono situazioni in cui le oscillazioni possono essere viste come movimenti opposti o alternati.

Ad esempio, negli oscillatori accoppiati, due sistemi oscillanti possono trasferire energia l’uno all’altro in modo tale che quando uno è al massimo della sua oscillazione, l’altro è al minimo, creando un effetto di contrapposizioneQuesto fenomeno è visibile anche nei battimenti acustici, dove due onde sonore di frequenze leggermente diverse interferiscono tra loro, creando un’oscillazione alternata dell’intensità sonora.

 

In generale, le oscillazioni sono descritte da leggi del moto armonico e possono essere rappresentate matematicamente da funzioni sinusoidali o cosinusoidali, che mostrano chiaramente il movimento alternato tra due estremi.E ricordo che nel simbolo taoista le due metà contrapposte e uguali sono divise proprio da una linea sinusoidale.

Ci sono due tipi di oscillazioni: armoniche e non armoniche che differiscono principalmente nel modo in cui la forza di richiamo agisce sul sistema oscillante.

Le oscillazioni armoniche sono caratterizzate da una forza di richiamo che è direttamente proporzionale allo spostamento dalla posizione di equilibrio e ha verso opposto. Questo tipo di oscillazione segue la legge di Hooke,

. Le oscillazioni armoniche sono descritte da funzioni sinusoidali (seno o coseno) e hanno un periodo e una frequenza costanti.

Le oscillazioni non armoniche, invece, non seguono una relazione lineare tra la forza di richiamo e lo spostamento. La forza di richiamo può dipendere in modo complesso dallo spostamento, dalla velocità, o da altre variabili. Questo tipo di oscillazione può presentare comportamenti più complessi e irregolari. Un esempio è il moto di un pendolo a grandi angoli di oscillazione, dove la relazione tra forza e spostamento non è più lineare.

In sintesi, la differenza principale sta nella linearità della forza di richiamo rispetto allo spostamento: lineare per le oscillazioni armoniche e non lineare per quelle non armoniche.

Ora, il movimento e la struttura oscillatorie non riguardano solo la fisica, ma sono alla base del movimento e della struttura della coscienza (una contrapposizione dinamica fra due cervelli/menti) e da tutti i prodotti della mente, che infatti prevedono contrapposizioni tra polarità complementari: pensieri, sensazioni, percezioni ed emozioni: bene/male, freddo/caldo, alto/basso, luce/buio, inizio/fine, vita/morte, inspirazione/espirazione, ecc. Ci sono migliaia di schemi oscillatori nei vari contenuti mentali, oltre che negli eventi.

Se immaginate il bene, dovete immaginare il male, e viceversa. Dovete vedere le due polarità unite da un’oscillazione contrapposta dinamicamente, nel senso che le dualità possono assumere diverse proporzioni. Infatti, possono esserci molte (forse infinite) interazioni fra le due; così come esistono infinite gradazioni di grigio tra le due estremità opposte del bianco e del nero.

Il tutto è già stato immaginato dal simbolo dello yang/yin del taoismo, qualora lo si consideri non un disco piatto, ma una sfera, in cui le due polarità oscillano in proporzioni sempre variabili. Se la loro somma fosse cento, le due polarità potrebbero assumere infinite proporzioni, tra 1 e 100, senza potersi mai dividere o prevalere.

Questo schema, con variazioni, domina dappertutto. E ha un significato preciso: che il dualismo fra opposti complementari è il sistema più “economico” per far funzionare tutto. Per esempio, il maschile e il femminile sono due opposti complementari: se fossero uno non funzionerebbero, se fossero tre non funzionerebbero lo stesso. Due è il numero più vantaggioso. E parliamo di cose reali, concrete.

Un altro esempio: l’espirazione e l’inspirazione sono due poli: se fossero uno non si vivrebbe, se fossero tre non si vivrebbe.

Come vedete il due è il numero più conveniente per lo scopo della natura (che è quello di mandare avanti la vita). Uno sarebbe troppo poco, tre sarebbe troppo. E il due permette alle cose di interagire, così come capisce il principio di azione e reazione, che mette in relazione tutte le cose. Se non ci fosse questo principio, le cose sarebbero “singole”, monadi isolate, e non potrebbero interagire le une con le altre.

Il mondo sarebbe composto da cose “sciolte”, che non comunicherebbero.

Dunque, questo principio è ciò che permette alle cose di relazionarsi – non in modo casuale, magari in tre, ma in modo duale.

E infatti guardate come è fatto il corpo umano, con arti e organi doppi, e con un cervello doppio. Il Dna è doppio. E la coscienza è doppia. Se di un organo ce n’è uno solo, come il cuore, ha comunque due modalità (sistole e diastole). Se ne avesse una sola, non potrebbe funzionare; se ne avesse tre, non potrebbe funzionare. E, se si rompe, è la fine.

Dunque, conviene che le cose siano doppie. Se ce ne fossero tre, sarebbe un spreco. E la natura va avanti senza sprecare nulla. È molto “economica”.

Ma la cosa più importante è la dualità della coscienza, che ci permette di “vederci”, di sentirci, di essere in relazione con noi stessi. In caso contrario, saremmo come l’uomo malato di Alzheimer. Non consapevole di sé.

 

 


Nessun commento:

Posta un commento