giovedì 18 giugno 2015

Scendere nel profondo

Tutti aspirano alla felicità. Ma la felicità, come tutti gli stati d’animo, non è stabile, e prima o poi si perde.
La dinamica degli stati d’animo si basa proprio su una dialettica del genere. Felicità, infelicità, piacere, dolore… tutto permane per un po’ e poi lascia il posto al suo contrario o ad uno stato di noia e di vuoto – comunque di insoddisfazione. Non possiamo farci niente, così come non possiamo cambiare il tempo che scorre.
Ma esiste anche una zona di noi stessi che non viene toccata dall’altalena degli stati d’animo. Si tratta di trovarla. È una parte di noi, molto profonda, che non si esalta quando l’io è felice e non si abbatte quando l’io è infelice, a disagio o insoddisfatto. Bisogna scendere molto in fondo dentro di noi.
È un po’ come scendere in fondo al mare. In superficie possono esserci onde di tutti i tipi, ma nessuna di queste arriva così in fondo.
Trovare questo fondo, al di sotto degli stati d’animo altalenanti significa trovare un posto sicuro e confortevole.

Lì non arrivano le ondate degli eventi. Anzi, da quel punto si possono osservare con distacco gli alti e i bassi della superficie. Così, chi trova questo fondo trova anche la saggezza.

Nessun commento:

Posta un commento