Tutti aspirano alla felicità. Ma la felicità, come tutti gli stati
d’animo, non è stabile, e prima o poi si perde.
La dinamica degli stati d’animo si basa proprio su una dialettica del
genere. Felicità, infelicità, piacere, dolore… tutto permane per un po’ e poi
lascia il posto al suo contrario o ad uno stato di noia e di vuoto – comunque
di insoddisfazione. Non possiamo farci niente, così come non possiamo cambiare
il tempo che scorre.
Ma esiste anche una zona di noi stessi che non viene toccata
dall’altalena degli stati d’animo. Si tratta di trovarla. È una parte di noi,
molto profonda, che non si esalta quando l’io è felice e non si abbatte quando
l’io è infelice, a disagio o insoddisfatto. Bisogna scendere molto in fondo
dentro di noi.
È un po’ come scendere in fondo al mare. In superficie possono esserci
onde di tutti i tipi, ma nessuna di queste arriva così in fondo.
Trovare questo fondo, al di sotto degli stati d’animo altalenanti
significa trovare un posto sicuro e confortevole.
Lì non arrivano le ondate degli eventi. Anzi, da quel punto si possono
osservare con distacco gli alti e i bassi della superficie. Così, chi trova questo
fondo trova anche la saggezza.
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