mercoledì 10 giugno 2015

Lo sterco del Diavolo

Tutti sanno che tra banchieri e usurai la differenza è minima: i banchieri applicano un tasso un pelino inferiore. Ma pochi sanno che gran parte delle opere religiose si deve a questa gente.
       Per esempio, Enrico Scrovegni era un banchiere-usuraio di Padova che sapeva bene di doversi far perdonare parecchi peccati. Allora fece costruire una cappella e chiamò ad affrescarla il più noto pittore dell’epoca – Giotto – e così nacque nel Trecento la famosa Cappella degli Scrovegni.
       Ma qua è l’idea che sta sotto questa iniziativa? Che pagando molto si ottiene non solo l’appoggio della Chiesa, ma anche l’occhio benevolo di Dio, che evidentemente è sensibile anche lui ai soldi e all’adulazione. La mentalità del banchiere è sempre la stessa: i soldi fanno girare il mondo e un buon conto corrente aiuta sia nell’aldiqua sia nell’aldilà.
       Gran parte delle opere d’arte sono nate con questa mentalità – per comprare Dio.
Ma diciamo pure che l’intera mentalità religiosa, che cerca accumuli di meriti, guadagni, profitti, sconti e condizioni di favore, e che pensa sempre in termini di bilanci e di partita doppia, è il fondamento stesso delle religioni teiste. Finché c’è denaro, c’è speranza.

Non è un caso che il capitalismo dei banchieri e il cattolicesimo siano nati nello stesso posto: l’Italia.

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