La verità è che “interno” ed “esterno” “corpo” e “mente e “io” e “altro”
(o “non io”), sono semplici concetti della mente.
La verità è che l’esperienza, nel momento in cui avviene, è un tutto
unico.
Nel momento dell’esperienza, non c’è nessuna distinzione. È un insieme
vivente e consapevole. Ed è la mente che, in un secondo momento, distingue e
separa il soggetto conoscente dall’oggetto conosciuto.
Ora, come meditazione, ritorniamo all’esperienza come un tutto unico,
liberandoci delle sovrapposizioni intellettuali.
Il fatto che il mondo sia sperimentabile significa che ogni cosa ha la capacità
delle conoscibilità, una proprietà che rende le cose permeabili e comunicabili.
Avviene un’esperienza, da cui noi ricaviamo un soggetto e un oggetto.
Quindi, quando guardiamo per esempio una casa, non dobbiamo dire: “Io guardo
una casa”, ma “c’è un’esperienza consapevole da cui la mia mente ritaglia il
mio io e la casa”.
In sostanza, anche se partiamo di solito da un’indagine della mente
sulla mente, sul nostro tipo di conoscenza e sul nostro io, ciò che dovremmo
esplorare è un campo completo di esperienza. E questo è possibile solo
dismettendo gli stessi strumenti conoscitivi, le etichette, le definizioni e i
concetti di io e ritornando alla pura esperienza, che è comunque una
modulazione dell’essere.
Nessun commento:
Posta un commento