C’è un attimo di percezione pura, un attimo prima che la mente
classifichi l’esperienza, la definisca e divida il soggetto che conosce
dall’oggetto conosciuto.
Dovremmo puntare l’attenzione su questo attimo. Nello Zen ci si domanda:
“Qual era il tuo volto prima che nascessero tuo padre e tua madre?” E si
raccomanda di trattenere “l’impetuoso cavallo” della mente.
Certo, in quel momento non c’è ancora il tuo nome, la tua forma, il tuo
io; non c’è neppure il due.
C’è il puro e immenso essere, che si modula nelle sue mille
manifestazioni, ma che ancora non si è limitato e rimpicciolito.
Come dice William Blake, se le porte della percezione fossero aperte,
scopriremmo che ogni cosa è così, infinita.
Svegliati quando hai ancora sonno e siediti. La tua mente non è ancora
attiva. Rimani soltanto consapevole.
Al limite tra sonno e veglia, chiudi gli occhi e fissa l’attenzione
sulla luce che traspare dalle palpebre. Solo luce.
Tu non ci sei ancora. Sei all'alba della creazione.
Tu non ci sei ancora. Sei all'alba della creazione.
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