Questo è il titolo di un prossimo convegno e mi sembra che riassuma l’origine
della corruzione italica.
I paesi cattolici sono più corrotti dei paesi protestanti perché, mentre
il protestante è abituato a fare i conti con la propria coscienza, il cattolico
non sviluppa questa funzione e aspetta che un prete gli dica se ciò che ha
fatto è un peccato o no. E può ricorrere in ogni caso alla
confessione-assoluzione che gli libererà la coscienza.
Se poi aggiungiamo che il prete (interprete) è a sua volta corrotto… e che
tutti e due sono abituati a trattare (magari barando) con un presunto
Dio-Giudice, ecco il quadro della corruzione attuale, in particolare dell’indifferenza
con cui si ruba allo Stato (considerato non il bene comune, ma res nullius).
Si noti che il mafioso ruba con soddisfazione allo Stato, ma poi è
capace di finanziare la chiesa, la processione o il santo locale, convinto che
con il denaro si possa comprare anche Dio o comunque avere un trattamento di
favore. I soldi accumulati servono a questo: a corrompere uomini e dei.
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