martedì 9 giugno 2015

Anatta

Anatta (“non io”) nel buddhismo non significa che non esiste un io empirico, ma che quell’io è insostanziale, impermanente, transitorio e inconsistente come tutto. Insomma, abbiamo un io provvisorio che vive in un mondo provvisorio.
Ma, soprattutto, significa che non esistono enti isolati, e che tutto è interdipendente.
Dunque, la liberazione di uno dipende dalla liberazione di tutti e influisce sulla liberazione degli altri. Infatti, siamo all’interno di una rete che collega tutte le cose. E non possiamo far finta che gli altri non esistano. Dobbiamo procedere collettivamente.
Essere consapevoli non significa semplicemente essere consapevoli dei nostri problemi personali, ma inquadrali nei problemi generali.

Risvegliarsi è comprendere che noi non siamo diversi dal mondo.

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