Nell’Advaita Vedanta (Vedanta non dualistico), c’è la convinzione che il
sé originale sia pace, felicità e amore.
Non c’è quindi bisogno di cercare queste condizioni. Ciò che cerchiamo
affannosamente lo abbiamo già. Anzi, più lo cerchiamo in condizioni esterne,
più ce ne allontaniamo.
La pace, la felicità e l’amore sono già dentro di noi, alla nostra
origine unitaria. Per ritrovarle, dobbiamo soltanto rivolgere l’attenzione
all’interno, a questa unità originale (il nostro stesso sé non duale) e lasciar
perdere lo sforzo della ricerca.
È il nostro ego immaginario che prima divide il mondo in tante entità
separate e poi vorrebbe riunirle.
Questa scoperta (che non dobbiamo cercare nel mondo esterno ciò che già
possediamo all’interno) crea un’ondata di rilassamento che investe sia il corpo
sia la mente.
Finisce la tensione, finisce lo sforzo: tutto è già in nostro possesso…
se sappiamo superarle le distinzioni e l’isolamento creati dall’io.
Il corpo e la mente si rilassano, nelle comprensione che ciò che
inseguivamo – al servizio di un’entità immaginaria (il nostro io), un vero
tiranno dell’illusione – è conseguibile proprio se smettiamo la tensione della
ricerca.
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