Il vero stato rigenerante non è la felicità – che subito svanisce e lascia
il posto al suo contrario. Ma il contatto profondo con la nostra natura
originaria, il sé.
Per far questo, l’io e il pensiero devono essere sospesi.
Succede per esempio nel sonno profondo, quando non è in azione il solito
ego con i suoi desideri insoddisfatti. Lì usciamo dalle identificazioni
abituali. E, quando ne emergiamo, ci sentiamo rinati.
In realtà siamo stati in intimità con quel sé che non si identifica con
l’io.
Nel sonno profondo, senza sogni, dove sono i miei pensieri e i miei
desideri? Dove sono il tempo e lo spazio?
Tutto sparisce ed è per questo che ci rigeneriamo. Ritorniamo ad essere
il sé, che non sente nessuna mancanza.
Dov’è la nascita? Dov’è la morte? Dove sono io? Dov’è il conoscitore?
Dov’è il conosciuto?
Il mondo delle nostre definizioni e delimitazioni, il mondo dei nostri
pensieri, il mondo delle paure e dei desideri… è tutto sparito. E resta la
realtà senza qualificazioni, ciò che precede e segue la vita-morte.
È per questo che la vita cerca la morte: per liberarsi.
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