Nel buddhismo sembra esistere una contraddizione fra l’idea di
auto-liberazione e l’idea di karma. Il Buddha stesso ci viene presentato come
colui che si è liberato da solo, con i suoi sforzi. Ma è proprio lui a dire che
ogni cosa è interdipendente.
È chiaro, dunque, che altre persone e altre culture hanno contribuito
alla sua illuminazione: non è solo una questione di sforzi personali. Lo stesso
karma che cos’è, se non l’accumulo di azioni e di processi passati?
Come uscire quindi dal determinismo e dal fatalismo? Che valore ha l’impegno
personale? Che valore ha il karma passato?
È evidente che bisogna trovare una via di mezzo. Conta il karma e conta
lo sforzo personale.
Se ci abbandoniamo passivamente all’eredità del passato, al karma, dovremo
aspettare chissà quanti secoli o millenni per liberarci.
Noi però abbiamo fretta, noi vogliamo abbreviare i tempi.
Ecco perché dobbiamo trasformare la nostra esistenza già da ora,
cambiando motivazioni e comportamenti.
Il karma dà l’orientamento generale. Ma l’intervento della nostra
decisione e della nostra volontà crea la svolta.
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