giovedì 30 giugno 2016

Il linguaggio dei mistici

Quando Gesù dice: “Io e il Padre mio siamo una sola cosa,” usa il linguaggio dei mistici. Non vuol dire che lassù in cielo c’è un Paparino e quaggiù il figlio, così come hanno interpretato le menti limitate.
Vuol dire che ogni uomo ha in sé il divino.
È lo stesso linguaggio che utilizzarono altri mistici, in Occidente e in Oriente. Per esempio, le Upanishad sostengono che “tu” (ogni essere umano) “è Quello” (il divino); oppure san Giovanni della Croce dice che “il centro dell’anima è Dio.”
Ed è lo stesso linguaggio che usa il Buddha quando afferma che non esiste un sé separato, perché ogni essere è unito al Tutto.
La scoperta è sempre la stessa. Tutto è uno. Guarda dentro di te, al di là delle separazioni, delle divisioni e delle distinzioni, e vedrai che la tua essenza è l’essenza universale, che l’atman è il brahman.

In linguaggio buddhista si direbbe: “Guarda dentro di te e scopri che tu stesso sei il Buddha, che tu hai la stessa natura del Buddha. Non si tratta dunque di adorare o di interpellare qualcosa di esterno, ma si tratta di saper guardar, al di là dell’identificazione con l’io-mente, ciò che è già dentro di te, ciò che tu sei già, anche se te ne sei dimenticato.

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