mercoledì 8 giugno 2016

Fermare la mente

Se qualcuno crede che, per meditare, sia necessario diventare dei filosofi, si sbaglia di grosso. Il pensiero è utilissimo, ma non ti porta all’obiettivo, che è quello di vedere le cose prive di sovrastrutture mentali.
Ci sono stati grandi filosofi che sono finiti pazzi, perché non avevano raggiunto né equilibrio né saggezza.
Infatti, il pensiero può essere l’ostacolo, in quanto interpreta anziché vedere, riveste anziché denudare.
Per meditare, bisogna piuttosto mettere in funzione attenzione, intuizione e presenza mentale.
Stare attenti significa diradare la proliferazione dei pensieri per concentrarsi sull’oggetto, che può essere uno degli strumenti di solito utilizzati (come il respiro) o la nostra stessa consapevolezza.
L’attenzione concentrata agisce come una luce laser, che ci permette di eliminare distrazioni, preoccupazioni e domande inutili.
Più siamo sgombri di pensieri, più riusciamo a vedere con chiarezza.
Dirigere la mente in questo modo è difficile, perché abitualmente è la mente che dirige noi. Anzi, noi ci identifichiamo con la mente-io che può scorrere e divagare come più le piace, saltando incessantemente e dispersivamente da un argomento all’altro. Se facciamo uno sforzo per concentrarla, è più probabile che frapporremo altri pensieri.

Tuttavia, la nostra stessa esperienza ci dice che è possibile. Se per esempio guardiamo distrattamente dalla finestra pensando a mille cose, e all’improvviso la nostra vista è attraversata da un uccello o da un fulmine, in quel momento ogni altro pensiero viene spazzato via e la nostra mente si fa attenta, concentrata e piena di meraviglia.

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