Se qualcuno crede che, per meditare,
sia necessario diventare dei filosofi, si sbaglia di grosso. Il pensiero è
utilissimo, ma non ti porta all’obiettivo, che è quello di vedere le cose prive
di sovrastrutture mentali.
Ci sono stati grandi filosofi che sono
finiti pazzi, perché non avevano raggiunto né equilibrio né saggezza.
Infatti, il pensiero può essere l’ostacolo,
in quanto interpreta anziché vedere, riveste anziché denudare.
Per meditare, bisogna piuttosto mettere
in funzione attenzione, intuizione e presenza mentale.
Stare attenti significa diradare la
proliferazione dei pensieri per concentrarsi sull’oggetto, che può essere uno
degli strumenti di solito utilizzati (come il respiro) o la nostra stessa
consapevolezza.
L’attenzione concentrata agisce come
una luce laser, che ci permette di eliminare distrazioni, preoccupazioni e
domande inutili.
Più siamo sgombri di pensieri, più
riusciamo a vedere con chiarezza.
Dirigere la mente in questo modo è
difficile, perché abitualmente è la mente che dirige noi. Anzi, noi ci
identifichiamo con la mente-io che può scorrere e divagare come più le piace,
saltando incessantemente e dispersivamente da un argomento all’altro. Se
facciamo uno sforzo per concentrarla, è più probabile che frapporremo altri
pensieri.
Tuttavia, la nostra stessa esperienza
ci dice che è possibile. Se per esempio guardiamo distrattamente dalla finestra
pensando a mille cose, e all’improvviso la nostra vista è attraversata da un
uccello o da un fulmine, in quel momento ogni altro pensiero viene spazzato via
e la nostra mente si fa attenta, concentrata e piena di meraviglia.
Nessun commento:
Posta un commento