Tutti ovviamente vorremmo conservare
e prolungare le esperienze piacevoli e accorciare ed eliminare quelle
spiacevoli. Così facendo, però, oscilliamo continuamente tra attaccamento e
avversione, senza poter controllare il meccanismo.
Qui entra in campo la tecnologia
della coscienza (la meditazione), che ci invita ad essere consapevoli
innanzitutto delle sensazioni: “Questa è una sensazione piacevole… Questa è una
sensazioni spiacevole…”.
L’esercizio consiste nel restare il
più possibile concentrati su tale consapevolezza, anziché reagire nel solito
modo. In altri termini, non dobbiamo oscillare tra la speranza (che il piacere
si prolunghi) e la paura (che il malessere prosegua). E non dobbiamo
intervenire in tal senso.
Dobbiamo aver chiara la distinzione
fra “essere consapevoli di” e la sensazione o lo stato d’animo. Nello spazio
tra i due momenti dobbiamo inserire un cuneo in cui non vi è più aderenza alla
sensazione, ma solo alla consapevolezza.
Questo spazio, nel caso di sensazioni
spiacevoli, non è spiacevole.
Dunque, attraverso questo cuneo di
distacco, possiamo educare la mente a non seguire le tendenze abituali di
attaccamento (alla piacevolezza) e di avversione (alla spiacevolezza). E qui
troviamo uno spazio di libertà e di pace.
Ma, per dominare l’intero meccanismo,
è necessario eseguire l’esercizio anche con le sensazioni piacevoli.
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