Se non riusciamo a notare gli stati
d’animo predominanti, saranno loro a dettarci legge e a farci muovere in modo
automatico.
In effetti, l’unico modo per
disinnestarli è diventarne coscienti: “Questa è noia… questa è ansia… questa è
depressione… questa è confusione, ecc.”.
Mentre ne diventiamo consapevoli,
creiamo una deviazione, un intervallo che ci permette di spostare l’attenzione dal
nostro stato d’animo al fondo stesso della mente, che è sempre calmo.
Qui non c’è bisogno di essere seduti
in meditazione. È una presa di coscienza che si può effettuare in qualsiasi
momento e in qualsiasi posizione.
In ogni caso, è necessario rafforzare
la nostra presa di coscienza ripetendola per un po’ e magari unendola alla
consapevolezza del respiro o ad una ripetizione del concetto: “Noia… ansia…
depressione… confusione, ecc.”.
Questi stati d’animo inconsci assomigliano
a neve che, portata alla luce del sole, finisce per sciogliersi.
Se poi riportiamo alla mente lo stato
sottostante calmo, ripetendoci magari: “È già qui, è qua sotto, è sempre qui…”,
ripetendo i mantra: “Pace, quiete, tranquillità, ecc.” e ricorrendo ad una
respirazione di calma, riusciamo ad ottenere un duplice risultato:
disinneschiamo lo stato d’animo negativo e ritroviamo la tranquillità di fondo.
Ricordiamoci che, per quanto questi stati d'animo siano resistenti e antichi, sono comunque abitudini, schemi ripetitivi, semplici costrutti mentali.
E, se la mente crea, la mente può distruggere.
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