Quando vediamo con chiarezza la
realtà della sofferenza che tocca tutti, quando capiamo che nessuno può
sfuggire al dolore, allora guardiamo noi stessi e gli esseri viventi con altri
occhi.
Vediamo sui loro volti le amarezze,
le sconfitte, le delusioni, le difficoltà, le durezze inevitabili.
Tante piccole o grandi rughe lasciate
dal vomere della vita che non risparmia nessuno. E proviamo una grande pena –
ciò che il buddhismo chiama “compassione.”
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