Osservata con freddezza, l’esistenza
appare un’assurdità senza senso. Si nasce, si cresce, si invecchia e si muore.
Tutti uguali. Tutti senza sapere perché. Tutti trascinati da una forza cieca.
Un’onda si leva dal mare, s’ingrossa,
diminuisce e alla fine viene riassorbita nella vasta distesa dell’acqua. E non
importa che sia grande o piccola, piena di furia o placida. Il percorso è
segnato.
Certo, ognuno ha la propria
individualità e le proprie possibilità e ci saranno i più fortunati e i meno
fortunati, i ricchi e i poveri, i potenti e i deboli. Ma nessuno sfugge allo
schema generale, nessuno può evitare malattie, delusioni, vecchiaia, sofferenze
e morte.
Qualcuno, riferendosi alla
possibilità per gli omosessuali di adottare figli, dice: “Volere un figlio è un
atto di egoismo”. E, in effetti, lo è sempre, anche per le coppie “normali.”
Ma la vita è fatta per non pensarci
troppo. È
qualcosa di istintivo e di ripetitivo.
Se ci si ferma a pensare, non si
mette più al mondo nessuno. C’è una forza che domina l’universo e che vuole la
riproduzione della vita. E, a questo scopo, non ricorre certo alla ragione, ma
all’allettamento dei sensi, all’egocentrismo, all’euforia, all’estro sessuale.
Quando ci si innamora e si concepisce
un figlio, non lo si fa certo per un calcolo mentale. Ci si lascia piuttosto
guidare dall’istinto. Più che di egoismo, dovremmo parlare di incoscienza o di
non coscienza. E su questo si basa la vita più ruspante.
Quando perciò ci si ferma a riflettere
e si osserva con distacco il quadro intero – come succede nei saggi e negli
illuminati – inevitabilmente si ferma il ciclo vitale e non ci si riproduce
più. O ci si riproduce molto meno.
È questo che succede nei popoli più
sviluppati, dove decresce la natalità. Non a caso i popoli che si riproducono
di più sono quelli più arretrati e ignoranti.
Quand’è che si vive con più
intensità? Tutti risponderebbero che è quando ci si affida all’istinto, all’emozione
e alla passione. Non certo quando si riflette.
Ma resta il fatto che anche questo
progressivo raffreddamento, questo distacco critico e sensuale, è un processo
voluto dalla natura – un passo avanti, non un passo indietro. Una fase
evolutiva più matura.
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