giovedì 2 giugno 2016

Risvegliarsi dalle fantasie

Spesso, quando ci sediamo per meditare, in realtà non meditiamo affatto, ma restiamo in balia di pensieri e fantasie. In effetti, siamo più vittime di fantasie mentali che di fatti. È la mente che ci induce ad agire in certi modi, non la realtà.
Mentre l’animale è mosso da determinati istinti, l’uomo è mosso soprattutto da ciò che gli passa nella mente.
Fantasie sessuali, fantasie d’amore, fantasie di potere, teatrini vari, dialoghi interiori, ricordi, previsioni, interpretazioni e desideri di ogni genere ci producono, senza che sia avvenuto nulla di esteriore, attacchi di irritazione e di malanimo, esaltazioni, depressioni, sensi di vergogna o di rimorso, ansie, angoscie e così via.
Mentre i fatti restano immutati, la mente elabora autonomamente proprie  rappresentazioni, propri film interiori, che ci inducono a provare certi stati d’animo o ad agire in certi modi.
Niente può farci uscire da queste fantasie se non la nostra stessa attenzione, il nostro sguardo interiore. Siamo noi che dobbiamo renderci consapevoli di simili sogni ad occhi aperti e recuperare un po’ di libertà – almeno temporanea.
In tal modo capiamo che cosa significhino i termini “liberazione” o “risveglio” che indicano ciò che vorremmo fare in modo più stabile.

Risvegliarsi dai sogni della mente per ritrovare la realtà.

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