Spesso, quando ci sediamo per
meditare, in realtà non meditiamo affatto, ma restiamo in balia di pensieri e
fantasie. In effetti, siamo più vittime di fantasie mentali che di fatti. È la mente che ci induce ad agire in
certi modi, non la realtà.
Mentre l’animale è mosso da
determinati istinti, l’uomo è mosso soprattutto da ciò che gli passa nella
mente.
Fantasie sessuali, fantasie d’amore,
fantasie di potere, teatrini vari, dialoghi interiori, ricordi, previsioni, interpretazioni
e desideri di ogni genere ci producono, senza che sia avvenuto nulla di
esteriore, attacchi di irritazione e di malanimo, esaltazioni, depressioni,
sensi di vergogna o di rimorso, ansie, angoscie e così via.
Mentre i fatti restano immutati, la
mente elabora autonomamente proprie rappresentazioni, propri film interiori, che
ci inducono a provare certi stati d’animo o ad agire in certi modi.
Niente può farci uscire da queste
fantasie se non la nostra stessa attenzione, il nostro sguardo interiore. Siamo
noi che dobbiamo renderci consapevoli di simili sogni ad occhi aperti e recuperare
un po’ di libertà – almeno temporanea.
In tal modo capiamo che cosa
significhino i termini “liberazione” o “risveglio” che indicano ciò che
vorremmo fare in modo più stabile.
Risvegliarsi dai sogni della mente
per ritrovare la realtà.
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