Se un altro fosse responsabile della
nostra felicità, potrebbe anche, in ogni momento, privarcene. Non avremmo
dunque in mano il bandolo della matassa: ce l’avrebbe sempre l’altro.
È solo questa la possibilità della
felicità umana, quanto mai incerta e mutevole? O c’è una felicità che non
dipende più dalle relazioni che abbiamo con gli altri, ma da quelle che abbiamo
con noi stessi? Da un diverso rapporto con noi stessi?
Eliminare innanzitutto le dipendenze
da qualsiasi essere umano o Padreterno, poi le presunzioni dell’io che si crede
un Padreterno.
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