Alla base di tutto sembra proprio
esserci il desiderio, un desiderio che non ci dà tregua, che non si placa mai.
Alla base dell’essere, del mondo, della vita, dell’uomo e forse di Dio. Perfino
l’asceta nella caverna o il monaco nella cella sono dominati da un desiderio –
di riscatto, di salvezza, di santità, di spiritualità o quel che volete voi.
Dunque, il motore, l’energia del
tutto non può che essere il desiderio. Se siamo qui è perché c’è stato il
desiderio di qualcuno.
Vita uguale a desiderio.
Chi non desidera cose piacevoli e
gratificazioni? Magari soltanto mangiare, bere o respirare?
Oltre ai desideri sensuali, ci sono
anche l’ambizione, l’aspirazione a cambiare, a produrre, a creare, a liberarci,
a crescere, a essere riconosciuti, ad amare, ad essere amati, a finire in un
paradiso, a eliminare la sofferenza, a essere importanti… Chi non progetta o
sogna un futuro? Il tempo stesso sembra essere il prodotto del desiderio dell’essere.
Perfino la volontà di non apparire,
di scomparire, di non essere, di morire è una forma di desiderio.
Non si può sfuggire al desiderio.
Ma proprio per questa sua natura
implacabile e onnipresente, per questa sua voracità, il desiderio porta con sé
l’insoddisfazione. Anche se riuscite a soddisfare i vostri desideri, non per
questo smetterete di desiderare.
Se poi non c’è veramente desiderio,
allora è depressione, mancanza di vita, vera morte.
Non si può sfuggire alla sofferenza
perché non si può sfuggire al desiderio: di piacere, di essere, di divenire, di
non essere…
Chi crede di potere reprimere il
desiderio è un povero infelice, uno che lotta contro la vita e se stesso. Ma si
può esserne consapevoli. Percepire il desiderio è avvertire la sua energia, l’energia
della vita. È
tenere in mano il segreto della vita.
Volere la pace è il più
contraddittorio del desideri. Si possono soltanto ridurre i tanti desideri
inutili per ritrovare il nucleo della purezza del desiderio.
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