Il concetto di “Dio” e tutte le sue
rappresentazioni nelle varie religioni non sono che tentativi maldestri e
infantili di circoscrivere nella razionalità qualcosa che potremmo anche
chiamare “assoluto,” “incondizionato,”
“realtà ultima,” o “trascendenza.”
Ma l’assoluto resta al di là della
portata della mente, altrimenti non sarebbe trascendenza, altrimenti sarebbe
solo una specie di superuomo o di supermente. Il che non è, perché vediamo bene
che non risponde alle nostre categorie duali e al nostro principio di
non-contraddizione.
Se quindi è al di là della mente, non
può essere conosciuto con i nostri abituali strumenti mentali e con i nostri
concetti.
In conclusione, se Dio è una brutta
copia della trascendenza, la preghiera è una brutta copia della meditazione… una spirituaità che ha capito che, se vogliamo trovare la verità-realtà, la mente va
esclusa dalla ricerca.
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