Siamo abituati a pensare che questo
corpo e questa mente siano di nostra proprietà, siano il nostro “io”. Ma chi
sarebbe il soggetto di questa proprietà? L’io sarebbe proprietario di se
stesso?
Certo, la mia gamba e il mio dente
sono di mia proprietà; e, se mi togliessero la gamba e il dente, io rimarrei lo
stesso.
Però, fino a che punto potrei togliermi
parti rimanendo me stesso? Ovviamente, fino al cervello-mente. Tolto questo non
c’è più nessun proprietario e nessun io.
Dunque, il proprietario-io sarebbe il
cervello-mente.
Purtroppo, questa proprietà-identità
è quanto mai instabile e temporanea. Nel sogno, nella demenza e nella morte
dove va a finire?
Se io sono, lo sono per poco. Allora,
chi si impossessa di chi?
Più che una proprietà, sembra un’appropriazione
indebita. Sembra che qualcuno s’impossessi di qualcosa che in realtà non gli
appartiene. Qualcosa preso a prestito. Un prestito temporaneo.
È come essere proprietari di qualcosa
che ad un certo punto cambierà proprietario. Peccato che si tratti di ciò che
riteniamo la nostra identità più profonda. Qualcosa di molto intimo che, tuttavia, non ci appartiene veramente.
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