Quando parliamo di presenza mentale,
sembra che l’unico metodo sia quello di essere consapevoli giorno e notte. Ma
la meditazione, presentata in questa forma, sembra essere una via per estendere
il dominio della razionalità, per togliere ogni ombra alla luce.
Non è che, in una prima fase, questo percorso sia
sbagliato.
Però la dimensione della mente non
basta. Bisogna in realtà vedere in
che cosa sia incastonata questa presenza mentale, perché ciò che noi chiamiamo
“mente” non è semplicemente il potere di un soggetto osservante, ma l’intero
campo soggetto-oggetto.
In altri termini, la mente non è la
funzione di un io, ma qualcosa che comprende sia l’io sia tutto ciò che lo
circonda e lo compenetra.
La presenza mentale scopre anche il
non-io, ovvero l’impersonalità del tutto.
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