lunedì 31 agosto 2015

Italia clericale

Si sa che in Italia non c’è nessun rispetto per chi la pensa diversamente dall’opinione dominante, per chi ha una fede diversa, per chi non si adegua al conformismo generale.
In campo religioso, lo spettacolo è vergognoso. Il sindaco di Bisceglie affida le chiavi della sua città ai santi patroni affinché convertano gli atei. Il sindaco di Rossano in Calabria vuole organizzare un processione per ringraziare Dio del fatto che la recente alluvione ha sì provocato danni per milioni ma non ha fatto vittime. La Regione Veneto stanzia quasi tre milioni di euro per i “cammini di fede” antoniniani. La regione Lombardia finanzia le scuole cattoliche e gli oratori. E così via.
Insomma, l’Italia clericale vuole convertire a forza tutti quanti, vuole con tutti i mezzi costringere i laici o i non credenti a farsi cattolici; e odia chi resiste. È un atteggiamento di violenza psicologica che ha una lunga tradizione: risale addirittura ai Vangeli, dove Gesù, nella parabola del convito (Luca 14,23), fa dire al “padrone di casa”: “Spingili a entrare (compelle intrare, in latino); frase che indusse sant’Agostino a sostenere che si poteva usare la forza per costringere la gente all’ortodossia.
Una delle tante eredità velenose del cristianesimo, che ancora oggi fa i suoi danni e produce il tipico autoritarismo dei fedeli che non distinguono tra laicismo e religione, fra Stato e Chiesa. I messaggi evangelici non sono solo inviti all’amore, ma anche alla discriminazione e talora alla persecuzione. Si vuole che tutti la pensino allo stesso modo e abbraccino le stesse credenze religiose. Si crede che le altre religioni o anche solo i dubbi o l’agnosticismo siano opera del Diavolo. Non si vuole che la gente pensi con la propria testa.
Ora, il bigottismo denota non solo ristrettezza mentale, ma anche avversione, odio e violenza.


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