Si sa che in Italia non c’è
nessun rispetto per chi la pensa diversamente dall’opinione dominante, per chi
ha una fede diversa, per chi non si adegua al conformismo generale.
In campo religioso, lo
spettacolo è vergognoso. Il sindaco di Bisceglie affida le chiavi della sua
città ai santi patroni affinché convertano gli atei. Il sindaco di Rossano in
Calabria vuole organizzare un processione per ringraziare Dio del fatto che la
recente alluvione ha sì provocato danni per milioni ma non ha fatto vittime. La
Regione Veneto stanzia quasi tre milioni di euro per i “cammini di fede” antoniniani.
La regione Lombardia finanzia le scuole cattoliche e gli oratori. E così via.
Insomma, l’Italia clericale
vuole convertire a forza tutti quanti, vuole con tutti i mezzi costringere i
laici o i non credenti a farsi cattolici; e odia chi resiste. È un
atteggiamento di violenza psicologica che ha una lunga tradizione: risale addirittura
ai Vangeli, dove Gesù, nella parabola del convito (Luca 14,23), fa dire al “padrone
di casa”: “Spingili a entrare (compelle intrare,
in latino); frase che indusse sant’Agostino a sostenere che si poteva usare la
forza per costringere la gente all’ortodossia.
Una delle tante eredità
velenose del cristianesimo, che ancora oggi fa i suoi danni e produce il tipico
autoritarismo dei fedeli che non distinguono tra laicismo e religione, fra
Stato e Chiesa. I messaggi evangelici non sono solo inviti all’amore, ma anche
alla discriminazione e talora alla persecuzione. Si vuole che tutti la pensino
allo stesso modo e abbraccino le stesse credenze religiose. Si crede che le
altre religioni o anche solo i dubbi o l’agnosticismo siano opera del Diavolo.
Non si vuole che la gente pensi con la propria testa.
Ora, il bigottismo denota
non solo ristrettezza mentale, ma anche avversione, odio e violenza.
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